Schede
Comune della bassa pianura bolognese occidentale, conta oltre 26.000 abitanti, di cui più della metà residenti nel capoluogo e circa 6.000 nella grossa frazione di San Matteo della Decima; fino alla seconda guerra mondiale buona parte della popolazione viveva nelle frazioni (oltre a Decima, Le Budrie, Amola, Lorenzatico, Tivoli e Zenerigolo) e sparsa nelle campagne.
Centro naturale di un vasto territorio, nodo stradale tra Bologna, Ferrara e Modena, Persiceto è polo importante di attrazione commerciale, industriale, agricola, scolastica e culturale.
Nella prima metà del settembre 1943 si tennero nel Persicetano alcune riunioni di antifascisti, volte a preparare la resistenza alle forze d’occupazione tedesche.
Nell'autunno 1943 si andarono costituendo nelle diverse località del Persicetano gruppi di resistenti che cominciarono ad agire prevalentemente con atti di sabotaggio alle linee telefoniche ed elettriche, alla linea ferroviaria Bologna-Brennero e alle strade percorse dagli automezzi tedeschi diretti al fronte.
Nell'estate del 1944 erano ormai centinaia le persone organizzate nella Resistenza in decine di "basi" partigiane, presso case coloniche, nei campi di canapa, nei capanni e in rifugi sotterranei.
Giovani donne svolgono rischiosi compiti di “staffetta” tenendo i collegamenti tra le basi e trasportando armi, munizioni e viveri; gran parte della popolazione collabora con i partigiani.
Gruppi S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica) operavano ad Amola (sotto la guida di "Brunello"), a Decima, a Zenerigolo (con "Lupo"), lungo il Samoggia, dai Forcelli alle Budrie; nella zona di Bagnetto in alcune case coloniche sono ospitati partigiani feriti o malati; un'altra infermeria partigiana si trova nel capoluogo in via Gornia, n. 22 (vicino all'ex ospedale).
Molti persicetani combatterono in altre zone, soprattutto sull'Appennino: alcuni appartenevano alla Brigata "Stella Rossa" che operava a Monte Sole nel Bolognese; altri sono presenti nella battaglia del Passo delle Forbici e nel Reggiano, a Benedello nel Modenese; una ventina partecipa alla costituzione e alla difesa della Libera Repubblica di Montefiorino; qualche altro si aggrega alle truppe alleate e partecipa alle operazioni fino all'aprile del 1945; non pochi collaborano con le formazioni partigiane di altri paesi.
Nell’autunno-inverno 1944, dopo il proclama del generale Alexander che invita i partigiani a cessare le attività militari per l'approssimarsi dell'inverno, i tedeschi compirono anche nel Persicetano ampie azioni di rastrellamento ad Amola, alle Budrie, a Borgata Città e ad Anzola.
Numerosi partigiani e i loro collaboratori vennero catturati. Di questi, una ventina fu massacrata sui calanchi di Sabbiuno, altri furono deportati in Germania. Nonostante questi tragici eventi, le forze partigiane furono riorganizzate per continuare le azioni di sabotaggio contro tedeschi e fascisti e le attività di propaganda tra la popolazione.
L'ultima infamia fascista fu compiuta all'alba del 21 aprile 1945, mentre la città stava per essere liberata: i fascisti della locale caserma consegnarono ad una compagnia di SS in fuga un gruppo di partigiani catturati nella zona di Lorenzatico, che il giorno successivo furono trucidati nelle vicinanze di Cavezzo (uno solo riuscì a salvarsi fuggendo).
Un pesante bombardamento della città fu evitato nel pomeriggio del 21 aprile: un valoroso vigile del fuoco, Adolfo Bastia, andò incontro alle truppe alleate in bicicletta recando in alto un lenzuolo bianco, per comunicare che i tedeschi avevano già abbandonato la città.
Il contributo dei persicetani alla guerra di liberazione si riassume nei seguenti dati: circa 200 partigiani combattenti nelle varie formazioni; 66 caduti, di cui 8 in combattimento contro i nazi-fascisti, 31 per rappresaglia, 18 nei campi di concentramento o dispersi, 9 per cause diverse; 3 feriti in combattimento.
Con decreto del Presidente della Repubblica 16 novembre 1989, il Comune è stato decorato con la medaglia d’argento al valor militare.
Questo il testo della motivazione:
"San Giovanni in Persiceto, continuando la tradizione risorgimentale e antifascista, già nell'imminenza dell'occupazione tedesca, organizzò nuclei di resistenti.
Esposta, con le sue frazioni sparse nella pianura, ai facili attacchi dei nazi-fascisti, anche dopo le feroci rappresaglie del tragico inverno 1944-1945, le deportazioni nei campi di sterminio e le rovine provocate dalla guerra, non si piegò alla prepotenza e, con le armi strappate al nemico, continuò fieramente la lotta con azioni di sabotaggio, contribuendo, infine, alla salvezza degli impianti produttivi della città dalle distruzioni degli invasori in fuga. Con il sacrificio dei suoi numerosi combattenti, con il martirio dei suoi deportati e caduti, pagò il prezzo della libertà”.
Con medaglia d’argento alla memoria furono decorati Adelfo Maccaferri (“Brunello”) e Bruno Bencivenni (“Lupo”); con medaglia di bronzo alla memoria fu decorato Antonio Marzocchi (“Toni” o “Mas”).
I ragazzi della scuola secondaria di 1° grado, IC 2 Persiceto "G.Mameli" hanno voluto ricordare alcune storie persicetane attraverso elaborati grafici consultabili cliccando questo link