Schede
Amola del Piano è una frazione di San Giovanni in Persiceto, da non confondere con Amola del Monte, una frazione di Monte San Pietro.
Nella zona operava un battaglione della 63a brigata Bolero Garibaldi. Tra i partigiani di questo battaglione vi erano due tedeschi disertori: Hans e Fritz o Fred.
Il 4 dicembre 1944 Hans tornò al suo comando e rivelò l’ubicazione delle basi partigiane.
Nella notte tra il 4 e il 5, reparti delle SS tedesche e paracadutisti della divisione Goering - guidati da fascisti locali - circondarono la vasta zona compresa tra Anzola Emilia ed Amola e rastrellarono circa 300 persone.
Alcuni fermati furono rinchiusi nella chiesa d’Amola e torturati. Altri furono trasferiti a Sant’Agata Bolognese e fatti sfilare per le strade del paese, sotto la minaccia delle armi. Dopo i riconoscimenti personali, fatti da Hans e Fritz, furono trattenute 40 persone, trasferite prima nella caserma dei carabinieri di San Giovanni in Persiceto e quindi nelle carceri di San Giovanni in Monte (Bologna).
Il 14 dicembre 1944 alcuni fermati d’Amola e altri detenuti furono trasferiti a piedi - scortati da soldati tedeschi - a Sabbiuno del Monte a Paderno, una frazione collinare di Bologna, distante circa quattro chilometri dal centro storico, da non confondere con Sabbiuno di Piano, una frazione di Castel Maggiore, dove i fascisti hanno compiuto una strage il 14 ottobre 1944.
Una volta giunti a Paderno, i detenuti furono rinchiusi in una casa colonica, dalla quale uscirono a piccoli gruppi. Furono portati su un dirupo, uccisi con un colpo alla nuca e fatti rotolare nei calanchi sottostanti.
Dodici altri rastrellati d’Amola furono inviati nel campo di concentramento di Bolzano e successivamente in quello di Mauthausen (Austria).
Il 23 dicembre un terzo gruppo fu massacrato a Sabbiuno, mentre altri furono uccisi a San Ruffillo. Il 7 dicembre ad Amola fu fatto un secondo rastrellamento. Le circa 50 persone fermate finirono quasi tutte a Mauthausen.
Dei circa 100 rastrellati di Amola, 37 persero la vita. Quelli passati per le armi furono 29. Gli altri morirono nei lager.
Il 18 giugno 1948 i fascisti Ugo Lambertini e Rino Mingozzi furono processati e condannati a 30 e 12 anni, per avere collaborato con i tedeschi nei rastrellamenti di Amola. [Nazario Sauro Onofri]