Schede
Il monte Sabotino, poco più di una collina sulla riva destra dell'Isonzo a nord di Gorizia, fu trasformato in una formidabile testa di ponte assieme al Podgora per proteggere la città dalle truppe italiane.
I lavori diretti dal generale d'artiglieria von Korner, caduto durante la II battaglia dell'Isonzo, permisero di posizionare in caverna diverse batterie di cannoni da 120 mm. ed un notevole numero di mitragliatrici.
La sua posizione, sopraelevata rispetto al Podgora ed al valico di Oslavia, permetteva ai cannoni di sparare sulla fanteria italiana lanciata all'attacco praticamente con tiro diretto.
Si deve ai difensori del Sabotino se Gorizia fu conquistata solo con la VI battaglia dell'Isonzo nell'agosto del 1916.
All’inizio della guerra le truppe italiane si avvicinarono alla testa di ponte Sabotino Oslavia Podgora con grande cautela; prima di tentare un attacco frontale spazzarono via i posti di blocco austroungarici sul Collio, onde poter operare nelle retrovie senza preoccupazioni. Il primo attacco al Sabotino si ebbe solo il 23 giugno 1915: il monte fu l’obiettivo dell’ala sinistra del VI° Corpo d’Armata dove operò la Brigata Napoli (75 – 76 Regg. Fanteria). Dopo un violento bombardamento la 4a Divisione lanciò le sue Brigate all’assalto: la Brigata Napoli ebbe come obiettivi le quote 376 – 412 – 507, i reticolati intatti respinsero ogni tentativo di passaggio. Nei giorni seguenti vennero portati altri assalti: il 29 fu raggiunta la quota 507 del Sabotino, un ulteriore bombardamento preparatorio non ottenne alcun risultato e lo slancio delle fanterie per raggiungere la cima (quota 609) venne vanificato dalle mitragliatrici austriache. All’alba del 5 luglio nuovo tiro preparatorio, poi furono mandate avanti le squadre di guastatori per tagliare i reticolati; il nemico permise il lavoro senza quasi intervenire per non svelare le sue posizioni, ma al momento dell’attacco la fanteria italiana fu falciata dalle mitragliatrici austriache. Bisognerà attendere sino al 18 ottobre per vedere di nuovo le Brigate italiane in azione contro il Sabotino; fu ancora la 4a Divisione a tentare il forzamento delle trincee nemiche, senza risultato. Tuttavia gli austriaci furono obbligati a concentrare tutte le riserve sul Sabotino, indebolendo il fronte davanti a Oslavia, dove la Brigata Lombardia ottenne importanti successi; il giorno seguente un contrattacco austroungarico riprese tutte le trincee e le case del paese, riportando la situazione come era all’inizio della III° Battaglia.
Il 10 novembre 1915, Cadorna lanciò la IV° Battaglia dell’Isonzo, concentrando gli attacchi fra Oslavia e il Monte Sei Busi. I reparti italiani sotto il Sabotino ebbero il compito di mantenere solo un atteggiamento difensivo perché per il Comando Supremo Italiano il Sabotino al momento era imprendibile.
Durante l’inverno gli italiani continuarono ad avanzare verso le linee nemiche con lo scavo di tre camminamenti lungo il fianco del monte; questi furono utilizzati nella VI° Battaglia dell’Isonzo il 6 agosto 1916 quando, dopo un bombardamento devastante, le colonne italiane partirono da distanza ravvicinata, sorprendendo gli austriaci ancora all’interno delle gallerie. La colonna comandata dal colonnello Badoglio in meno di un’ora riuscì ad espugnare la vetta del Sabotino portandosi poi sul rovescio verso la località San Mauro, dove fu costretta a sostare. Le altre colonne sul basso Sabotino non ebbero la stessa fortuna; il generale Gagliani che le comandava fu ferito e dovette cedere il comando al generale Bono. I contrattacchi austriaci delle ore seguenti furono respinti, l’8 agosto le prime pattuglie entrarono in Gorizia, il giorno 9 la battaglia era vinta.
Paolo Antolini