Schede
Il grande Cortile della Chiesa è il risultato di un massiccio intervento del 1932 che ha armonizzato stili ed edifici che si affacciavano su questo spazio. Le planimetrie antiche lo mostrano diviso in due chiostri, ed in effetti basta soffermarsi sul portico est per vedere come i capitelli cambino di stile in corrispondenza dell'ingresso alla Chiesa. Luigi Crespi nella sua guida della Certosa del 1793 così descrive l'ingresso al monastero ed ai due chiostri: vi si introduce per un ben inteso Porticato costrutto nel 1768 con disegno di Gian-Giacomo Dotti Architetto di questo Senato: sopra la Loggia, che fa prospetto alla porta d'ingresso, e che divide il doppio Claustro la Madonna, San Bruno, ed il Beato Niccolò Albergati dipinti a fresco in tre pezzi distinti sono di Antonio Rossi: sopra la porta esteriore della Chiesa la Beata Vergine, San Bruno, ed il Beato Niccolò sono di Bartolomeo Cesi. Dell'originaria disposizione poco o nulla è sopravvissuto ad esclusione del settecentesco ingresso progettato da Gian Giacomo Dotti, figlio del più celebre Carlo Francesco. Angelo Raule così descrive l'edificio nella sua Guida della Certosa, edita nel 1961: questo atrio grandioso, di ordine toscano, è diviso in cinque campate, coperte all'interno con volta a botte. Nel prospetto, cinque arcate dall'ampio respiro classico, dalle eleganze delle cornici, degli archivolti e delle serraglie degli archi.
Il portico in corrispondenza dell'ingresso alla Chiesa è ornato da due statue in terracotta rappresentanti il re Davide e la regina Ester, opere di Gabriele Brunelli (1615-1682), provenienti dalla confraternita soppressa del Buon Gesù. Sovrasta il portico la mole quattrocentesca della Chiesa di san Girolamo, e sullo sfondo il campanile seicentesco di Tommaso Martelli. Ai lati del portale di accesso alla Chiesa sono murate diverse lapidi e memorie funebri, tracce della storia plurisecolare del sito. Tra le tante si segnalano: l’alto rilievo che raffigura s. Ugo Vescovo che consegna a s. Girolamo il modello della chiesa; la lapide posta a lato dell'ingresso della Chiesa, a ricordo della permanenza nel monastero dell'imperatore Carlo V nel 1529; la lapide a ricordo della visita al Cimitero in occasione del Congresso preistorico del 1871 per visitare gli scavi etruschi di Antonio Zannoni. Infine, sulla sinistra, la piccola lastra funeraria con ritratto a ricordo di Diego De Vaena, morto a Bologna durante l'incoronazione di Carlo V, proveniente da una chiesa soppressa. Nel 2012 si è aggiunta la memoria dedicata alla visita che lo scrittore inglese Charles Dickens compì nel 1844 e che descrisse a stampa in Pictures from Italy.
I portici a sud e ovest conservano numerose e significative opere realizzate negli anni '40 del Novecento, dopo l'intervento di armonizzazione del Chiostro. Nel lato sud si può ammirare un grande bronzo di Luciano Minguzzi per la famiglia Fazio (1947) e di fianco un'opera giovanile di Enzo Pasqualini (1948) a memoria di Genuzio Bentini (1874-1943), Avvocato generoso ed illustre ...di tanta eloquente virtù per la giustizia, per la libertà, per l'emancipazione del lavoro. Sul lato ovest sono collocate significative opere dello scultore Mario Sarto (1885-1955), a queste date attivo anche con una propria azienda di lavorazione del marmo. Anche il poco studiato Bruno Boari (1896-1964) è qui presente con due raffinate opere per le famiglie Minerali e Grandi (1941). Da sottolineare la Dolente a tutto tondo di Renaud Martelli (1910-1995) per la famiglia Ropa (1945) e la cella Fanciullacci, al cui centro è collocato il Cristo, opera intensa e giovanile (1941) di Luciano Minguzzi. Il Cortile della Chiesa per tutto l'Ottocento era il grande spazio su cui si affacciavano gli appartamenti dei dipendenti, mentre sul lato ovest erano disposti i magazzini ed i laboratori. Il cimitero vero e proprio cominciava dal portico sud, che dava l'accesso al Chiostro Primo di Ingresso ed alle Sale delle antichità. Sopra l'arco centrale del lato sud è ancora oggi visibile lo stemma del Comune di Bologna.
Nel 1931 vengono eseguiti lavori di adattamento del Chiostro X che interessano anche il portico nord-ovest del Cortile della Chiesa. Così sono descritti sui giornali: "Nel cortile d'ingresso alla Chiesa il porticato esistente è stato mantenuto inalterato nelle linee e nelle decorazioni. Ma, essendo stato necessario provvedere a rinforzare le volte per contenere l'aumentato peso retrostante, si è costruito un solaio e le volte sono state rifatte con centinature di ferro e d'intonaco su di una lamiera stirata. In tale modo, pur mantenendosi inalterata la linea del portico, si è resa impossibile qualsiasi screpolatura o lesione del fabbricato".
Roberto Martorelli
Novembre 2011, ultimo aggiornamento giugno 2016.