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Alfonso Manfredi

9 Gennaio 1826 - 9 Gennaio 1887

Scheda

Nasce a Modena il 9 gennaio del 1826. Entra in Accademia a Bologna nel 1849, piuttosto tardi, a ventitré anni e, benché si iscriva sin dal primo anno ai corsi elementari, si può supporre comunque una sua precedente formazione in campo artistico nella sua città natale. Espone in Accademia nel 1851 delle copie da Ottavio Campedelli (1792-1862), evidentemente suo riferimento ideale; nel 1852 porta sia una copia da Campedelli che un paesaggio di sua invenzione; nel 1853 è la volta di un "paese d'invenzione dipinto ad olio" e nel 1855 di "Due paesi ad olio, uno rappresentante un temporale, l'altro un bosco di notte". Durante gli anni d'Accademia risiede anche in Borgo della Paglia presso Clemente Albèri (1803-1864).

Si hanno notizie di Manfredi come partecipante alle esposizioni della Protettrice delle Belle Arti sempre con soggetti di paesaggio e per tale ragione sorprende forse un poco la scena di genere In cucina dell'Album Belluzzi (n. 31). Nel 1855 la Protettrice gli acquista Un tramonto di sole in autunno, di cui Bellentani scrive: "[...] sennonchè troppo indorò le cadenti foglie delle grandiose piante a sinistra, astedendosi [sic] poi dai serpeggianti rami che altrove fece. E quantunque incerti fossero gli alberi della destra, nondimeno le trasparenti umide tinte del posposto monte rendevano effetto mirabile, e maggiore splendore aggiungevano al caldo occidente". L'anno successivo, invece, “Un paese ad olio del sig. Alfonso Manfredi, intitolato – il Mattino – per la somma di 70 [scudi]”, assegnato poi alla marchesa Elena Bevilacqua, è notato da Bottrigari. Nel 1857 porta L'imminente temporale e nel 1858 Luogo Alpestre nelle ore del mattino, un apprezzato "torrente della Savoja", secondo Bellentani, che recensisce Manfredi assai positivamente: "con quelle sue diafane tinte, che sembrano delizie del suo pennello, ha colorito le rocce di un Paese Alpestre, e ne ha indorato le cime con poetica luce di sole. [...] Elogio grande si debbe finalmente a questo autore, che senza mai aver visto il settentrione della penisola nostra, ne ha nondimeno ritratto il carattere" frase che spiega bene quanto Manfredi fosse legato a una tradizione appena sporcata di moderato realismo. Il dipinto è comperato dalla Società per 80 scudi e poi dato per sorteggio ad Angelo Nicoli. Nel 1862 la Veduta d'una parte del Giardino bottanico [sic] di Bologna, è acquisito per 50 lire: se lo aggiudica il marchese Domenico Rusconi. Con un soggetto simile - Viale che conduce alle scuole di botanica in Bologna - partecipa alla mostra della Protettrice del 1865. Intanto, nel 1863, anno della Prima Esposizione delle Accademie dell'Emilia, Manfredi presenta quattro quadri di paese ad olio: Un abetaia nella Svizzera, Un mattino nelle Alpi, Principio di un temporale, Boscaglia, e nel 1867, in occasione della Seconda Esposizione, porta Veduta della villa Malvasia a Gaggio Bolognese. Nel 1868 la Società gli acquista un Paesaggio e nel 1869 Reminiscenze di Barbiano, in vendita a 300 lire e poi assegnato al marchese Ferdinando Bevilacqua. L'ultimo Paesaggio di Manfredi di cui siamo a conoscenza proposto e acquistato dalla Protettrice è del 1870, ma è del tutto probabile che abbia continuato a dipingere, forse aggiornando la sua produzione. Muore a Bologna il 9 gennaio 1887.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia e fonti: L'Arte Bolognese [post 1898]; Atti 1848-1851, p. 132; Atti 1852, p. 85; Atti 1853, p. 61; Atti 1855, p. 67; Bellentani 1855, p. 60; Bellentani 1856, p. 16; Discorso e Rapporto 1856, n. 8; Bellentani 1858, pp. 25, 43, 50; Rapporto 1858, n. 12; Opere 1862; Rapporto 1862, n. 15; Atto verbale 1863, p. 26; Società Protettrice 1865, n. 97; Atti 1867, p. 25; Vicentino 1868, II; Rapporto 1869, n. 8; Bottrigari 1960- 1962, II, pp. 347, 361; Bologna 1983b, pp. 60-63, 65, 66; Giumanini 2002, p. 218.