Scheda
Arrigo Armieri nasce a Bologna il 6 maggio 1931. Appartenente ad una umile famiglia, fin dall'infanzia manifesta la sua propensione verso l'arte ed in particolar modo una notevole abilità nel “modellare con le mani”. Vive i difficili anni della guerra in cui, ancora giovane, all'epoca studente presso il Collegio dei Salesiani, si rifugiava con la famiglia nel territorio di Bazzano per sfuggire ai bombardamenti. Sceglie di frequentare la sezione di scultura presso l'Istituto d'Arte della stessa città e in quegli anni, distinguendosi per bravura tra gli alunni, nonostante la sua giovane età, ottiene l'incarico come assistente di laboratorio presso la stessa scuola. Nel 1950 vanta la vincita di una borsa di studio al Collegio Venturoli, frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna e diviene allievo di artisti illustri quali Ercole Drei, all'epoca professore di scultura, e Giorgio Morandi, professore di incisione, suoi punti di riferimento negli anni di formazione. Durante il periodo accademico ha la possibilità di collaborare al fianco di Luciano Minguzzi e la sua carriera continua fino a divenire professore di scultura presso l'Istituto d'Arte di Venezia. Ottiene inoltre l'incarico di direttore del laboratorio di scultura all'Istituto d'Arte di Bologna.
Tra i chiostri della Certosa di Bologna è possibile ammirare molte opere eseguite per diversi committenti, tra cui il tondo con ritratti per la famiglia Gnudi e gli angeli della famiglia Speciotti (Chiostro III). Ulteriore opera degna di nota, tra quelle della Certosa, è la bellissima cappella Dal Canton (Campo 1971) progettata interamente da Armieri, con la suggestiva porta decorata da diversi elementi che spesso tornano ora sulle vetrate, ora sul marmo, ora sulle candele della stessa edicola. Sue opere si trovano presso alcune chiese bolognesi, tra le quali la chiesa di San Paolo di Ravone con gli imponenti santi in bronzo, raffigurati Pietro e Paolo, posti sulla facciata nelle due nicchie laterali e la chiesa di Sant'Ambrogio a Ozzano dentro cui è possibile riconoscere la fonte battesimale e il corteo policromo posto lungo la parete dell'altare maggiore. Gli viene commissionata perfino una fontana richiesta in Danimarca, realizzata anch'essa in bronzo, materiale prediletto dallo scultore. Durante le esposizioni parigine ha la possibilità di incontrare Achille Bonito Oliva. Ha dedicato gran parte della sua vita alle opere di grande formato per poi passare a quelle di piccole dimensioni ma, da lui stesso definite, “di grande significato”. In queste ultime è possibile ravvisare un Armieri maturo che denuncia, racconta ed esprime pareri ed emozioni, storie e riflessioni. La libertà con cui si esprime nella realizzazione di queste opere gli ha permesso di creare una cospicua raccolta di frammenti della propria vita espressi senza alcuna restrizione, lontano dalle richieste dei committenti. L'elemento geometrico torna qui sempre, sia che rappresenti l'essere o la perfezione a cui esso tende, sia che ne divenga la base su cui l'opera stessa si forma e si fonda. Tra queste ultime opere ricordiamo Navigare necesse est e L'isola dei nostri sogni. Armieri però non è solo uno scultore, le sue opere, intrise di significato, vengono spesso accompagnate da scritti rivelatori di pensieri che lasciano spazio alle considerazioni di chi le osserva e di chi le interpreta mantenendo così vivo, di riflesso, colui che le ha create.
Il Museo civico del Risorgimento di Bologna gli ha dedicato una mostra nel 2019, dal titolo 'Arrigo Armieri tra sacro e profano | Dalla Certosa all'atelier dello scultore', a cura di Ornella Chillè. Arrigo Armieri muore a Bologna il 19 giugno 2021.
Ornella Chillè