Schede
Quando, per qualunque motivo, un viaggiatore giunge in una Città, una delle prime persone che gli danno il “benvenuto” è, quasi sempre, il “vigile urbano”, al quale si rivolge per le prime indispensabili informazioni; è il Vigile Urbano, che lo indirizza sulla giusta via o lo richiama all’osservanza dei locali regolamenti stradali, stabilendo così un primo contatto ufficiale tra il forestiero e la città; contatto suscitatore di quella che si può chiamare la “prima impressione”. Tra le città meglio organizzate in fatto di vigli urbani, è sicuramente Bologna, dove questa istituzione si è creata un invidiabile prestigio, attraverso brillanti tradizioni che ne compendiano quasi un secolo di vita. Parlarne è un dovere; parlarne bene è un obbligo ma soprattutto un atto di riconoscimento delle sue alte e forse non a tutti note, benemerenze. Nel panorama bolognese che in questa edizione vuole esprimere la vita della città petroniana, in ogni settore della sua dinamica e ricostruttiva attività, il mettere in giusta luce il corpo dei vigili urbani, può essere come una premessa o una conclusione e comunque, un interessante motivo nella storia civile di Bologna. Nel luglio del 1860, l’On. Marco Minghetti, presentava ed illustrava al Consiglio Comunale di Bologna, il progetto di costituzione di un Corpo di “Polismann” che fu un capolavoro di perfezione in ogni suo particolare. Il Consiglio, presieduto dal Sindaco Marchese Luigi Pizzardi, lo approvava all’unanimità, permettendo così al Corpo, di iniziare la propria attività, sotto i sicuri auspici di una perfetta organizzazione e della più favorevole accoglienza, da parte dei bolognesi. Vestito quasi come la comune borghesia, con una rispettabile “tuba”, e un austero “palamidone”, il “polismann” doveva disimpegnare tutte le mansioni comuni agli agenti i P.S. e con questi collaborare: esercitare un controllo sull’osservanza delle leggi dello Stato, e più particolarmente dei regolamenti comunali di Polizia Urbana: igiene, edilizia, esercizi pubblici, mercati, commercio, disciplina della circolazione, informazioni, notifiche, opere di soccorso nei pubblici e privati infortuni ecc., furono fin da allora, i campi di attività del corpo, nell’interesse precipuo della cittadinanza.
Verso il 1890, un decreto reale dava al Corpo il riconoscimento ufficiale dandogli una inquadratura militare ed elevandone il prestigio, anche per l’opera appassionata del comandante Fontana – eletto ufficiale dell’Esercito Piemontese – che alla energia, alla competenza, allo squisito senso di una bene intesa disciplina, univa una particolare amabilità del carattere. Così alla “tuba”, e al “palamidone” vennero” sostituiti la divisa di foggia militare e l’elmo. Il quotidiano contatto dei componenti il Corpo, colla popolazione, sempre faceta, di Bologna, valse loro qualche nomignolo, scevro da maligne intenzioni, ma giovialmente espressivo, tra cui: “guardi turcheina”, “guardia scarpazona”, “barbacani”, “tudesch”, “civici”, però con la costante prevalenza di “polismann”. Con decreto del 1914, la denominazione definitiva fu quella attuale di Vigili Urbani. L’organizzazione dei Corpo veniva intanto progressivamente perfezionata, sia nel settore tecnico che in quello culturale, nella uniforme e nella disciplina, fino ai giorni nostri, che permettono di constatare che questo Corpo dei Vigili urbani è tra i migliori di Italia: decisamente perfetto. Dalla fondazione, il Corpo ha vissuto importanti momenti storici, partecipando direttamente a tutti gli avvenimenti lieti e dolori che hanno illuminato la storia di Bologna. Oggi il reclutamento nel Corpo è disciplinato da norme che ne garantiscono anche l’efficienza morale e la preparazione dei Vigili, avviene attraverso corsi di istruzione culturale, professionale, fisica, ciò che rende assolutamente sano e perfetto tutto l’organismo, e particolarmente preziosa e sempre più indispensabile la sua diuturna opera.
Ovunque pulsa la vita della città, il vigile è presente; sotto il sole, sotto la pioggia o la neve, nei punti di maggior congestione del traffico e un po’ ovunque, in ogni strada o piazza cittadina, il nostro Vigile esplica le sue mansioni con appassionata diligenza, con equilibrata intransigenza, con controllata severità, ma sempre con un garbato stile, infiorato da un senso di signorilità e soprattutto con umano spirito di comprensione. Ogni elemento, di ogni grado e di ogni anzianità, ha, si può dire, una sua spiccata personalità che lo distingue. Eleganti nella loro nuova divisa, aitanti, irreprensibili, quasi tutti figli della nostra Terra, di cui hanno evidenti i segni della prestanza fisica, i Vigili Urbani danno alla città, una nota caratteristica e perfino un tono, alla vita della strada. Sono stimati e amati dalla popolazione, che divenuta così densa dopo la guerra, sente di averne bisogno, perché nel tumulto febbrile dei traffici, e in ogni momento o vicenda, si vede da loro protetta. Bologna è ancora una città un po’ indisciplinata: guai se non ci fossero i Vigili Urbani a guidarne la vita stradale, con ferma ed esperta mano; e proprio dall’esempio mirabile della loro stessa disciplina trarrà motivi certi di progressivo sviluppo, tutta la disciplina della città. Bologna è eletta in ogni sua Istituzione, di cui quella dei suoi Vigili Urbani, costituisce uno dei maggiori vanti; per la popolazione, costituisce un benefico privilegio, nel principio informatore dei suoi alti compiti: “Il dovere nella legalità”. Non si può tralasciare di concludere queste note, col ricordare i benemeriti Vigili, caduti nell’adempimento del loro dovere, in guerra: Mazzetti Cesarino,Gasperini Luigi. In servizio, per cause di servizio: Giorgetti Achille, Barbareschi Giuseppe, Tornati Federico, Benedetti Emidio, Rossi Romano e il Brigadiere Ettore Zaniboni, caduto per la causa della libertà, nel cui nome si compendia tutto il complesso di minacce, rischi, pericoli, affrontati dal Corpo, per mantenersi nella legalità più perfetta; per lenire gli innumerevoli dolori della popolazione di Bologna, nei lunghi mesi che precedettero la liberazione dell’aprile 1945. Nobile e ormai secolare esistenza di questa piccola Forza Armata, schiettamente bolognese, che si fonde armonicamente e si identifica con la storia stessa della città petroniana. Attualmente il Corpo dei Vigili Urbani, è guidato con alto senso di responsabilità e profonda competenza, dal Comandate Oreste Pelli, e del V. Comandate Dante Paltrinieri. Amiamo dunque, sinceramente, questi nostri Vigili Urbani, che si prodigano ininterrottamente, in ogni luogo ed in ogni momento, per mantenere efficiente quella disciplina che è per tutti garanzia di sicurezza e indice infallibile del livello di educazione civile della popolazione. Amiamoli e rispettiamoli ; anche se talvolta, per colpa o per errore, ci tocca di pagare una contravvenzione: che è benefica, si, per le casse del Comune, ma molto di più, per chi, subendola, avrà motivo di trarne norme preziose, come da un giusto richiamo ai doveri del conviver civile.
A. Baruffi
Testo tratto da "Bologna invita...", Edizione Speciale per l'anno santo, S.E.T.I. Bologna, 1949. Trascrizione a cura di Loredana Lo Fiego.