Schede
Le truppe a piedi, base degli eserciti di ogni tempo, ne costituirono in ogni epoca la parte più numerosa, anche se non vennero sempre considerate la più importante. Le fanterie moderne vennero divise in fanteria di linea e fanteria leggera (cacciatori, bersaglieri, fanti di marina, ecc.). La fanteria di linea dell'Esercito italiano discende da quella dell'Esercito sardo-piemontese, che fin dal XVII secolo organizzò reggimenti moderni, con nomi che, in parte si trasferirono in toto nell'Esercito del nuovo regno nato dall'Unificazione (ad es. Brigata Re e Brigata Regina, la Casale, la Pinerolo, ecc.). Dopo il 1860 la fanteria dell'Esercito sardo assorbì i contingenti di fanteria degli Eserciti degli altri stati pre-unitari e una parte dei volontari garibaldini. L'omogeneità della fanteria venne ottenuta fondendo i nuovi contingenti negli antichi corpi piemontesi, e creando nuove unità miste. Fino allo scoppio della Grande Guerra il sistema di reclutamento continuò ad essere nazionale, con ferma di tre anni a partire dal 1875 e di due dal 1910. Ogni brigata continuò ad avere due reggimenti.
Prima della Guerra mondiale, la fanteria era costituita da 47 brigate e 94 reggimenti. Tra l'agosto del 1914 e il maggio 1915 furono create 25 brigate di milizia mobile, e ad ogni battaglione di fanteria di linea venne assegnata (almeno in linea teorica) una sezione mitragliatrici. Nel corso del conflitto, progressivamente, il numero delle Brigate crebbe sino a 119, con 242 reggimenti; tali unità vennero poi sciolte a fine conflitto, ad eccezione delle 4 decorate con medaglia d'oro (Sassari, Liguria, Arezzo, Avellino).