Schede
Dopo la prima fugace comparsa in città avvenuta nel 1796, quando ancora era generale comandante dell’Armata francese in Italia, Napoleone Bonaparte tornò a Bologna in veste uciale dal 21 al 25 giugno 1805, quando ormai era divenuto Imperatore e Re d’Italia. Il solenne ingresso da Porta San Felice, la memorabile cavalcata a San Michele in Bosco, la grandiosa parata militare ai Prati di Caprara, il déjeuner a Villa Marescalchi e la successiva salita al Colle dell’Osservanza costituirono altrettanti episodi destinati a rimanere a lungo impressi nella memoria collettiva della città.
A ricordo di quei giorni restarono le cronache, i resoconti sui giornali, manifesti e fogli volanti; e soprattutto lo stendardo della Guardia d’onore presentato all’Imperatore dalla Municipalità e l’uniforme dei Veliti Reali, oggi conservati al Museo civico del Risorgimento. I Veliti Reali facevano parte della Guardia Reale Italiana, erede, dopo vicende complesse, di analoghi corpi creati nel 1800, che avevano seguito le alterne fortune della Repubblica Cisalpina e della prima Repubblica Italiana. Il 20 giugno del 1805 con un decreto ad hoc l’imperatore Napoleone ne stabilì la nascita, suddividendo la Guardia Reale in tre corpi: le Guardie d’Onore, i Veliti Reali e le Guardie della Linea.
I Veliti Reali, insieme alle Guardie della Linea, costituivano la Fanteria della Guardia. Il reclutamento prevedeva requisiti molto particolari: condotta morale ineccepibile, età compresa tra i 18 e i 25 anni, altezza minima di 1,65 m. e appartenenza ad una famiglia benestante che potesse versare una quota annua piuttosto cospicua. Il corpo godeva del forte prestigio di servire alle dirette dipendenze del Re, occupandosi della sua sicurezza. Inizialmente, per problemi di reclutamento, vennero composte solo due compagnie da cento uomini l’una.
Per tutto il successivo decennio napoleonico i Veliti parteciparono alle campagne di guerra al seguito dell’Imperatore, distinguendosi per fedeltà e valore. Il corpo venne sciolto il 1° giugno 1814 con decreto del feldmaresciallo Bellegarde, dopo la conquista austriaca della penisola. L’uniforme risulta entrata al Museo fin dalla sua fondazione (inv. 141/1896): esposta al Tempio del Risorgimento, è registrata come «dono del signor Giulio Paracchi (o Parracchi)» nel Catalogo redatto da Belluzzi e Fiorini e così descritta nell’Inventario topografico del 1904: Tunica dei Veliti di Napoleone I. Di panno bianco orlato di verde, con bottoni piatti in metallo dorato, aventi l’aquila sormontata dalla corona imperiale. Colletto e petti di panno verde. Falde dello stesso panno, aventi alle estremità fiori lavorati in seta e argento. Alle maniche mostreggiature pure di panno verde.
Mirtide Gavelli