Schede
L'acquisto dell'arco per la costruzione del monumento risale al 1869, quando Maddalena Minghetti volle onorare la memoria del figlio Achille. Il monumento è però opera posteriore, dato che il bassorilevo può essere stato eseguito solo dopo il 1871, anno di morte dei tre figliuoli amorevolmente ricordati dalla madre, ritratta nell'ovale superiore, di fianco al marito. Nell'altorilievo collocato alla base del monumento troviamo ritratti i tre fratelli Minghetti: Giuseppe, Emanuela e Teresa. In basso a destra è incisa la firma dello scultore, Augusto Rivalta. Il monumento non spicca per la qualità scultorea dell'insieme, ma trova riscatto nell'esecuzione dei ritratti dei due coniugi e del colloquio, ormai muto, tra i tre fratellini, descritti minutamente nell'abbigliamento e negli affetti.
Il bassorilievo (con firma dell’artista) ritrae due ragazzini riuniti attorno alla culla di un terzo bambino. L’opera risale alla seconda metà dell’800 e gli abiti indossati rappresentano una forte semplificazione rispetto agli abiti degli adulti, che fino a poco tempo prima avevano rappresentato il loro modello, facendoli diventare delle vere e proprie miniature delle donne e degli uomini. Qui il solo riferimento all’abbigliamento degli adulti si ravvisa solo nella giacca a doppiopetto indossata dal bambino di sinistra. Appartengono invece propriamente all’abbigliamento infantile i calzoni con bordi ornati di pizzi detti "alla mammalucca", che comparirono già verso il 1820. Per quanto riguarda invece la bambina collocata nella parte centrale del bassorilievo essa indossa un abito piuttosto semplice, dallo scollo quadrato, con corte maniche arricciate all’attaccatura ed un’ampia gonna. La vita è sottolineata da una fascia annodata nella parte posteriore e gli unici dettagli che ne arricchiscono il taglio piuttosto sobrio sono i merletti applicati agli orli della scollatura e delle maniche.
Il progetto di insieme dell'opera si deve all'architetto napoletano Antonio Cipolla, ideatore di diversi monumenti all'interno della Certosa. La sua presenza a Bologna fu fondamentale per l'arrivo di sculture eseguite da artisti 'forestieri' nel cimitero. Il contributo dell'architetto, prima ignoto, è stato reso possibile da chi scrive, in quanto sono stati rintracciati i progetti presso l'Accademia di San Luca a Roma.
Roberto Martorelli, Silvia Sebenico
2008, ultimo aggiornamento luglio 2014