Schede
Il ballerino e coreografo Salvatore Viganò, nato a Napoli da una famiglia di danzatori, intraprese la carriera artistica distinguendosi alle corti di Spagna e di Vienna. Riformatore del balletto moderno, visse a lungo a Milano dove raggiunse la fama divenendo una delle personalità più in vista della vita culturale cittadina che ruotava attorno al teatro alla Scala di cui riorganizzò il corpo di ballo. A Milano muore il 4 agosto 1821. La figlia Elena e alcuni amici acquistano uno spazio alla Certosa di Bologna, nel chiostro della Cappella, e nel 1824 presentano al Comune la richiesta per erigergli un cenotafio. Al momento non risultano notizie sulla paternità del progetto, mentre certa è l’esecuzione delle sculture, affidata a Giacomo De Maria. Il monumento ha la semplice forma di un cippo a sviluppo verticale, costituito dalla sovrapposizione di vari moduli: l’epigrafe latina, il rilievo centrale con la figura di Tersicore inginocchiata in preghiera davanti ad una torciera fiammeggiante, deposte la lira e la corona d’alloro. Al di sopra del coronamento, formato da due volute convergenti, è collocato il busto erma del defunto, lievemente girato verso destra, a conferirgli una maggiore vitalità. De Maria utilizza uno stile raffinato, quasi ellenistico, nella resa del panneggio minuto, aderente al corpo della musa della danza che ricorda gli esiti di altri rilievi come quello vincitore del premio curlandese con Il Genio incorona le Arti (Bologna, Pinacoteca Nazionale) e quello posto alla base del monumento al duca di Curlandia (Bologna, Accademia di Belle Arti).
Antonella Mampieri