Schede
Antonio Muzzi (1815 -1894), Michelangelo studia le fortificazioni di S. Miniato, 1867. Bologna, MAMbo, inv. 5372-153-4721A, in deposito presso il Tribunale di Bologna, Palazzo Legnani-Pizzardi. Michelangelo Buonarroti è rappresentato dal pittore Antonio Muzzi mentre progetta le fortificazioni di San Miniato. L'artista fiorentino è nel suo studio, ritratto in atteggiamento assorto sui disegni del progetto architettonico. Gli fa da contorno la summa delle sue opere: ai suoi piedi, appoggiati alla cassa, vi sono il Tondo Doni e i progetti grafici per la cupola di San Pietro e per il Giudizio Universale; alle sue spalle il bassorilievo marmoreo Tondo Pitti. Una fotografia conservata al Museo del Risorgimento di Bologna (Album Belluzzi, La Pittura), sulla quale è annotato, in calce, «il pittore che sentiva l'azione ha posato prima di far posare il modello », testimonia l'autoritratto di Antonio Muzzi nei panni di Michelangelo ed indica come il medium fotografico venisse sempre più utilizzato nelle indagini “veriste” della pittura dell'Ottocento. Il dipinto, commissionato dal marchese Luigi Pizzardi probabilmente per essere pendant del Galileo, fu presentato all'Esposizione triennale di Belle Arti di Bologna nel 1867. Nonostante il quadro risenta dell'innovazione stilistica importata da Antonio Puccinelli (manca l'effetto di profondità, suggerita solo dal piede che esce dal basamento e dall'effetto dello spigolo della parete di fondo) l'impostazione generale mantiene diversi elementi tradizionalmente classicisti. Il volto e la massa corporea sono modellati in conformità al naturalismo locale; il panneggio della veste vellutata e cangiante è morbido e si richiama al drappo che pende sulla parete. La luce è obliqua, proviene da destra, e accentua i chiaroscuri ponendo in rilievo il forte plasticismo delle masse.
Claudia Collina
Michelangelo Buonarroti che studia le fortificazioni di S. Miniato presso Firenze. Olio su tela, cm 250 x 168, firmato in basso al centro: Antonio Muzzi fece. Bologna. 1867; sul telaio della cornice: Sabato 13 luglio 1867. Storia: lasciato in eredità, nel 1922, da C.A. Pizzardi al Municipio di Bologna, che lo ritira nel 1924. Viene collocato nella Sala d'Ercole di Palazzo d'Accursio e depositato al Museo Civico del Risorgimento nel 1959. Entra alla Galleria d'Arte Moderna nel 1991. Bibliografia: Claudia Collina, Claudio Poppi; Collezionisti a Bologna nell’Ottocento. Vincenzo Valorani e Luigi Pizzardi, cat. della mostra, Bologna 1994.