Schede
Bologna subì una eccezionale nevicata nel dicembre 1887. “Il Resto del Carlino”, nella cronaca dell’evento, si scagliò polemicamente contro la gestione comunale dell’“emergenza-neve”, restituendoci uno spaccato delle condizioni di precaria sicurezza in cui i bolognesi erano abituati a vivere in una città che da quasi un trentennio era un cantiere permanente: «Tutta la notte e tutta la giornata di ieri la neve continuò a cadere. Da molti anni non si era vista una nevicata così grande. La città è tutta bianca e sarebbe uno spettacolo piacevolmente curioso, se non vi fosse una minaccia spaventosa davvero, di numerose disgrazie. E siamo alle solite! Qui dovremmo avere parole roventi di biasimo per l’incuria e l’imprevidenza del Municipio! Lo creda il Municipio, non è questa nostra una mania di disapprovazione; non è una smania di opposizione sistematica ai suoi atti. Gli è che questa volta, anche più del consueto, si è appalesata la negligenza e l’insufficienza dei criteri di coloro che sono preposti alla pubblica cosa. E tutto il pubblico è con noi a protestare, a lamentarsi; e noi non siamo che l’eco, che i portavoce dei lamenti e delle proteste del pubblico. Ora non si tratta soltanto del comodo, del libero transito, degli impedimenti delle vie; ora sin tratta anche della sicurezza delle case, si tratta della vita dei cittadini! Ed è cosa assai grave. Nessun energico provvedimento era stato preso fino a ieri: i provvedimenti si prenderanno forse quando sarà tardi e quando non potranno avere che difficilmente un effetto benefico - se pur ne avrà il senno e la risolutezza! - si prenderanno ora che sono avvenute parecchie disgrazie! Udite l’esatta enumerazione».
E l’articolo procede raccontando del crollo di alcune strutture causato dal peso della neve: la tettoia di ghisa della Cassa di Risparmio, senza vittime ma con grande spavento del custode e degli abitanti del quartiere; una scuderia in via de’ Buttieri; alcuni tetti di via San Felice e via Sant’Apollonia. Danni anche alla stazione ferroviaria, all’ufficio postale, al cantiere dei lavori per l’Esposizione in via di allestimento ai giardini margherita. Fra le case più minacciate il giornale segnala: quelle in via San Felice ai nn. 75, 47 e 61, che presentano inquietanti crepacci; casa Golfieri fuori porta San Vitale e l’edificio di via dell’Unione n. 20. Infine si allaga via Torleone per danni subiti da una struttura che ricopriva un corso d’acqua, e rimangono bloccate le comunicazioni (sospesi i tram, i vaporetti, i treni, e i servizi di posta-telegrafo-telefono). «Perché il Municipio non ha [...] pubblicato una ingiunzione per tutti i proprietari di sgombrare i tetti delle case, per la sicurezza dai cittadini? Mentre [...] la neve cadeva fitta, uggiosa, persistente, centinaia di operai facevano ressa innanzi al palazzo di Giustizia e nell’interno dove è l’Ufficio della neve, aspettando che i proprietari di case ritornassero col permesso di gettare via la neve che abbondante sovverchiava i tetti». Quindi il giornalista si fa portavoce dei proprietari, capomastri, appaltatori, operai, e via dicendo, che hanno sommerso il giornale di proteste contro la burocrazia comunale, che obbliga a interminabili pratiche per ottenere «uno straccio di permesso purchessia», mentre «in Borgo San Pietro, in Azzo gardino, nelle Pugliole di Sant’Elena, nella Mascarella e via, via le case puntellate non sono poche, ed i pericoli si addimostrano imminenti. [...] Ieri sul tardi il Municipio ha finalmente dato facoltà a tutti di scaricare i tetti. Era tempo!» (“Il Resto del Carlino”, 30 dicembre 1887).
Testo tratto da Cent'anni fa Bologna: angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.