Schede
E' ufficialmente riconosciuta dal Cumer la 63a Brigata Garibaldi. Essa opera alle spalle del fronte in un'ampia fascia pedemontana tra Bazzano e Casalecchio di Reno e in pianura tra Anzola e Crevalcore.
La formazione è sorta nel gennaio 1944 attorno a Monaldo Calari nella zona di Monte San Pietro. Grande merito della sua organizzazione è anche di Bruno Tosarelli (n. 1912), ex garibaldino di Spagna e condannato dal Tribunale Speciale. Animatore del Partito Comunista clandestino e dei gruppi SAP, Tosarelli sarà a lungo commissario politico della 63a Brigata. Cadrà in un agguato delle Brigate Nere a Bologna il 5 ottobre 1944 (Medaglia d'Oro al V.M.).
La 63a sarà guidata da uomini di grandi capacità militari e politiche come Amleto Grazia (Marino), Monaldo Calari (Enrico), Corrado Masetti (Bolero), Renato Cappelli (Leo), Antonio Marzocchi (Toni) e Beltrando Pancaldi (Ran) e potrà contare sull'appoggio di un gran numero di basi collocate in case coloniche, dalle quali partiranno, incessanti, azioni di sabotaggio e disturbo delle linee tedesche.
Nella zona bazzanese opereranno tre battaglioni (“Zini”, “Monaldo” e “Sozzi”) coordinati dal Comando, affiancati in pianura da gruppi SAP e GAP. La brigata subirà l'8 ottobre 1944 un grande rastrellamento nella zona di Rasiglio (150 prigionieri e oltre 30 case bruciate). Un gruppo di partigiani del Comando (tra essi Masetti e Calari), in fase di trasferimento a Bologna, sarà sorpreso pochi giorni dopo a Casteldebole, sulla riva del Reno in piena, da un battaglione tedesco e sterminato dopo un disperato combattimento.
Riorganizzata durante l'inverno, la 63a Brigata Bolero Garibaldi parteciperà alla liberazione dei comuni occidentali della provincia di Bologna.