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Giovanni Ghiselli detto/a Giannino

22 febbraio 1900 - [?]

Scheda

Giovanni Ghiselli, «Giannino», da Achille e Veridiana Avogadri; nato il 22 febbraio 1900 a Massa Lombarda (RA). Avvocato. Iscritto al PRI.
Il 9 aprile 1919 partecipò alla fondazione del Fascio di combattimento di Bologna. Senza assumere incarichi di responsabilità, vi militò sino alla fine del 1920 quando usci unitamente al gruppo di interventisti democratici, perché contrario all'indirizzo reazionario dato al Fascio da Leandro Arpinati. Fu legionario fiumano e il 28 dicembre 1920, con un gruppo di fascisti e legionari, cercò di invadere la prefettura - la cui sede, allora, era a palazzo d'Accursio - per protestare contro la decisione del governo di mettere fine con la forza alla sedizione dannunziana a Fiume. Il gruppo fu caricato dalla polizia e restò ferito al capo. All'interno del gruppo dei legionari fiumani - con sede in via Poeti 4 e che stampava il giornale “La Riscossa dei legionari fiumani” - sostenne una posizione contraria al fascismo. Il 25 giugno 1924, mentre partecipava a una manifestazione popolare, per protestare contro il delitto Matteotti, fu aggredito dai fascisti e duramente bastonato. Il 9 novembre 1925 venne tratto in arresto perché trovato in possesso di una rivoltella e un fucile non denunciati.. Ebbe una condanna a 5 mesi e 15 giorni in primo grado e assolto in appello.
Per qualche tempo fu tra i dirigenti della sezione bolognese di Italia libera che aveva fondato con Armando Quadri, Francesco Colombo, Mario Protti, Giovanni Bordoni e altri. Restò sempre fedele alla sua idea. Il 7 novembre 1927 fu arrestato, schedato e diffidato. Nel 1930 la polizia diede di lui questo giudizio: «È’ repubblicano e fu attivo propagandista della sua fede. Fu pure uno dei più tenaci organizzatori del locale gruppo dell'Italia libera e cercò poi di promuovere nell'Emilia il fronte unico delle opposizioni. Conserva un certo prestigio per la sua capacità e cultura». (Da: «Elenco oppositori della provincia di Bologna», Bologna 28 agosto 1930, ACS, casellario politico, ad vocem Leonello Grossi). Nello stesso anno il suo nome fu scritto nei registri di frontiera per impedirne l’espatrio e classificato di 3a categoria, quella delle persone considerate politicamente più pericolose. [O]