Note sintetiche
Onorificenze
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Giovane e ardita partigiana dei Gruppi d'Azione impugnava le armi contro l'oppressore nazifascista partecipando valorosamente ad un duro combattimento di retroguardia. Incaricata di recapitare al Comando Alleato un importante documento della massima riservatezza, con virile decisione e coraggio, abbatteva a colpi di pistola due sentinelle tedesche che cercavano sbarrarle il passo e proseguiva imperterrita fino al compimento della delicata e rischiosa missione. Non paga di tanto ardire dava ancora prova di indomito spirito combattivo durante un ciclo di sanguinose azioni da lei sostenute con le formazioni di montagna contro preponderanti forze nemiche. Nelle giornate della riscossa restava in prima linea a fianco dei valorosi compagni che ridettero la libertà al Capoluogo della Regione. Mirabile esempio di non comune audacia e di sprezzo del pericolo.
Casoni di Romagna, 25 settembre 1944 - Monterenzio, Palmona, 1-10 ottobre 1944 - Bologna (Ospedale Maggiore) - Porta Lame, 7 novembre 1944
Scheda
Diana Sabbi, da Armando e Pia Benni; nata il 29 luglio 1922 a Pianoro; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Sarta.
Cresciuta in una famiglia antifascista - due suoi zii erano stati condannati dal Tribunale speciale - nella primavera 1944 entrò a far parte della 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi e per tutta l'estate operò nella valle dell’Idice.
In ottobre, con l'avvicinarsi della linea dei fronte, la brigata fu divisa in due gruppi. Uno si diresse a sud per congiungersi con le truppe alleate; l'altro andò a nord per raggiungere Bologna e partecipare a quella che si riteneva l'imminente insurrezione popolare. Fece parte del secondo gruppo che giunse dimezzato a Bologna perché, lungo la marcia di avvicinamento, ebbe numerosi scontri a Castel San Pietro Terme e Castenaso.
Fu aggregata al dist della 7ª brigata GAP Gianni Garibaldi acquartierato nella sede dell'ex macello comunale a porta Lame.
Il 7 novembre 1944, quando i tedeschi circondarono la base e iniziò la battaglia, fu inviata in perlustrazione con Rina Pezzoli, per raccogliere informazioni sullo schieramento attaccante e riferire. Una volta giunte in piazza Umberto I (oggi piazza dei Martiri) furono catturate dai tedeschi e rinchiuse nel cortile del Seminario di via dei Mille, dal quale, prima di sera, riuscirono a fuggire.
Nei giorni seguenti fu impiegata nell'infermeria clandestina in via Amedeo d'Aosta 77 (oggi via Andrea Costa), e successivamente aggregata alla 7a brigata GAP Gianni Garibaldi per i collegamenti con il CUMER.
Le è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare.
Riconosciuta partigiana, con il grado di capitano, dall'1 ottobre 1943 alla Liberazione. Testimonianza in RB3. [O]