Note sintetiche
Scheda
Ettore Trombetti, da Alfredo e Virginia Patelli; nato il 13 agosto 1895 a Santa Maria Capua Vetere (CE). Nel 1943 residente a Bologna. Laureato in giurisprudenza. Avvocato.
Iscritto al PdA.
Interventista, partecipò alla prima guerra mondiale, riportando una ferita invalidante alla mano destra. Gli fu conferita la medaglia d'argento al valore militare.
Nel dopoguerra si recò a Fiume e prese parte alla sedizione dannunziana. Fu tra i fondatori dell'Associazione nazionale combattenti e nell'ottobre 1920 si presentò candidato, alle elezioni amministrative, nel blocco di destra «Pace, lavoro, libertà».
Si iscrisse al Fascio di combattimento di Bologna, dal quale uscì nel 1921, dopo la svolta reazionaria impressa da Leandro Arpinati all'organizzazione. Passò all'antifascismo dopo il delitto Matteotti. Per questo fu duramente perseguitato e più volte bastonato. A seguito dell'aggressione subita il 25 gennaio 1925, restò a lungo tra la vita e la morte.
Nell'aprile 1939 firmò, con altri avvocati, il necrologio su "il Resto del Carlino", in occasione della morte di Eugenio Jacchia. Nel 1942 fu tra i fondatori della sezione bolognese del PdA e nel 1943 divenne con Mario Jacchia, uno dei rappresentanti del partito nel Fronte per la pace e la libertà, il primo organismo unitario dell'antifascismo bolognese.
Durante il periodo badogliano fece parte della redazione di "Rinascita", il periodico clandestino del Fronte. Il 4 e 5 settembre 1943 partecipò, con Giulio Supino, al primo congresso nazionale del PdA a Firenze, in rappresentanza di Bologna.
L'8 settembre 1943, con Carmine Mancinelli, si recò due volte al comando del Corpo d'armata di Bologna per chiedere che, dopo la proclamazione dell'armistizio, venissero distribuite le armi ai cittadini per la resistenza contro l'invasore nazista.
Fu uno dei primi rappresentanti del PdA nel CLN provinciale, anche se lasciò quasi subito l'incarico. Per sottrarsi all'arresto da parte dei fascisti, si trasferì a Roma. Nella capitale prese parte alla Resistenza nelle formazioni militari GL. Dopo la liberazione fu prima redattore de "L'Italia libera", il quotidiano del PdA, poi si arruolò nel rinato esercito italiano, con il grado di tenente colonnello.
Partecipò alle operazioni militari che portarono alla liberazione di Firenze nell'estate 1944. Successivamente militò nella brigata GL Montagna, riorganizzata dagli americani dopo avere attraversato le linee. Con questa formazione rientrò a Bologna il 21 aprile 1945. Fu designato dal PdA a far parte della giunta comunale di Bologna, nominata dal CLN e dall'AMG. Contemporaneamente, sempre su designazione del PdA, entrò a far parte della deputazione provinciale, nominata dal CLN, della quale divenne vice presidente.
Riconosciuto partigiano dall'1 novembre 1943 alla Liberazione. Durante la prima guerra mondiale gli è stata conferita la medaglia d'argento con la seguente motivazione: «Sempre in testa ai suoi uomini, conquistava passo, passo, con piccoli ma continui e furiosi combattimenti di bombe a mano, una trincea-camminamento difesa strenuamente dal nemico, dando mirabile esempio di grande tenacia e valore. Già distintosi in precedenti azioni». Monfalcone, 29-30 giugno 1916.
Ha pubblicato:, '22-'42, Roma 1945 (con lo pseudonimo di Alberto Favoino); Ritorno alla libertà, Bologna I960; Attività clandestina del Partito d'azione, in Storia dell'antifascismo italiano, Editori Riuniti, 1964; L'amico e il collega, in In memoria di Mario Jacchia, Bologna, pp.44-5; Per la liberazione di Casalecchio di Reno dall'aggregazione al comune di Bologna (1935), Bologna, 1974, pp.16. Testimonianza in RBl [O]