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Luigi Tanari

28 Luglio 1820 - 3 Marzo 1904

Scheda

Fra i migliori cittadini legati alla storia del nostro glorioso risorgimento, emerge senza dubbio il marchese Luigi Tanari che Bologna, ossequiente ai di lui meriti, ha voluto degnamente ricordare, intitolando al nome dell'uomo illustre la strada che si svolge sulla destra di via Pietramellara attraversando le vie delle Lame e di Pietro Inviti, mettendo in via Casarini.

Luigi Tanari nacque da nobile e antica famiglia in Bologna il giorno 28 luglio 1820; provvisto di molto ingegno ed educato a severi studi mostrò, fin dai suoi primi anni, attitudini speciali e soprattutto un carattere fermo e risoluto che lo guidò, più tardi, nella sua meravigliosa attività in tutti i momenti della politica battagliera dal '48 in poi, segnalandosi sempre come insigne patriota e inflessibile cospiratore. Nella famosa giornata dell'8 agosto '48, difatti il Tanari è fra i suoi valorosi concittadini che combatte contro gli austriaci presso la Montagnola; nello stesso anno si trova soldato a Vigevano insieme con Marco Minghetti; nel '49 è incaricato di portare al generale austriaco la resa di Bologna. Nel 1857, quando Pio IX visitava per l'ultima volta le legazioni, mentre Marco Minghetti, con altri liberali, ossequiando il Pontefice gli esponeva le sofferenze del popolo, dovute al mal governo, Luigi Tanari si astenne dal porgere cogli altri l'atto ossequioso e maturava invece nel silenzio il programma di un'associazione segreta, che doveva riunire le sparse file dei liberali collo scopo di agire risolutamente in concorrenza alle sette che in Romagna, soprattutto, parevano assorbire ogni forma di azione contro lo straniero. Rilevato però il disaccordo, che impediva la stretta alleanza tra i patrioti per un'azione decisiva, Luigi Tanari si fece propugnatore sagace di un programma unitario che doveva trovare il consenso di tutti i sinceri italiani, ispirandosi, a tal fine, alla saggia politica del Cavour che aveva già iniziata colla guerra di Crimea e col congresso di Parigi. Il Tanari, adunque, approfittando di tutte quelle forze che in qualunque modo favorivano il moto nazionale, fissava il suo sguardo nel Piemonte denotandolo: il rifugio liberale dell'idea italiana. Col suo programma il Tanari fu, senza alcun dubbio, il precursore della Società Nazionale adattandosi alle forme, all'azione ed alle condizioni di Bologna e delle Romagne che portavano infine ad una vera e propria organizzazione, la quale aveva per esplicito fondamento l'azione rivoluzionaria, di cui il Tanari si sobbarcò tutta la responsabilità.

Però dopo un breve periodo di opposizione e di contrasto, visto che il suo piano era del tutto analogo a quello più vasto che Cavour aveva in corso per tutta l'Italia, Luigi Tanari propose subito di aderirvi. Al cardinale Milesi, che lo pregava di impedire la partenza dei volontari per il Piemonte, rispose con un reciso rifiuto. Insieme con altri patrioti della giunta, nel dodicesimo giorno del glorioso periodo del governo provvisorio al quale partecipò con tutte le sue forze e con incrollabile fede, interpose tutta la sua grande attività per incitare i cittadini ad arruolarsi onde "vendicare la strage dei fratelli compiuta a Perugia, che dopo disperata difesa, cadde nelle mani di barbari mercenari, che intitolandosi pontificii la saccheggiarono con audito strazio". Si adoperò con tutti i mezzi per tentare la riconcilazione fra La Farina e Bertani intorno alla spedizione in Sicilia per la quale, come è noto, i due uomini di stato si posero in aperto contrasto fra di loro facendo il Tanari, in tale occasione, prevalere il suo concetto di tenere unite le forze e di levarsi gli uni e gli altri sopra Bertani e La Farina per promuovere concordi soltanto, il risorgimento della Patria. L'intervento del Tanari, in un momento così decisivo per le sorti del moto rivoluzionario, fu quanto mai salutare poiché ravvivate le buone relazioni e superate le gravi difficoltà che osteggiavano il compimento dell'azione, Bologna ebbe il vanto di vedere l'opera dei comitati liberali e dei comitati mazziniani trovarsi spesso, spontaneamente, sulla stessa via uniti, per cooperare nella causa comune, fino al termine della grande missione. Così, e non altrimenti, aveva inteso e voluto Luigi Tanari (fino dal 1857), precursore mirabile della causa propugnata.

Avvenuta l'annessione alla monarchia di Vittorio Emanuele. Il 1° collegio della nostra città lo elesse subito a proprio rappresentante alla camera dei deputati in Torino, (legislatura VII) dove tenne nell'assemblea un contegno dei più patriottici secondando l'opera del Cavour; operata la conquista delle Marche, andò prefetto a Pesaro dove dié prova di rara ed energica attività, facendosi assai apprezzare e ben volere da ogni classe di cittadini. Fu nominato Senatore del Regno il 20 gennaio 1865 e anche in questa alta carica ebbe campo di riscuotere meritati omaggi di stima e di affetto dai venerandi colleghi, che in più occasioni ebbero campo di sperimentare il valore dell'illustre uomo. Fu pari a sé stesso anche nel ramo amministrativo disimpegnando, con rara competenza, la carica di consigliere comunale che tenne, salvo qualche breve interruzione, circa cinquant'anni e cioè dal 18 marzo 1849 al 26 febbraio 1891; disimpegnò anche l'ufficio di assessore, rifiutando però la carica di Sindaco che gli veniva offerta nel 1889. Ritiratosi a vita privata negli ultimi anni della sua preziosa esistenza, conservò fino alla morte il suo grande interessamento allo svolgersi degli avvenimenti nazionali, ai quali, come si è visto, aveva preso vivissima parte come soldato nel '48, e cospiratore negli anni seguenti, come capo del governo provvisorio, come deputato, come prefetto e come senatore. Il giorno 3 marzo 1904, all'età di 84 anni, Luigi Tanari esalava l'ultimo respiro lasciando vivo rimpianto in Bologna e fuori in tutti coloro che avevano ammirato ed apprezzato le preclari doti di mente e di cuore dell'illustre estinto.

Testo tratto da L. Marinelli, Rievocazioni storiche, in “Il Comune di Bologna”, nov. 1927. Trascrizione a cura di Laura Stanzani. E' sepolto nella tomba di famiglia collocata nel vestibolo nord tra Campo Carducci e Sala del Colombario.