Note sintetiche
Onorificenze
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Partigiano tra i primi, eccelse per valore e sprezzo del pericolo. Con soli sette uomini, dopo aver catturato la sentinella, fece brillare le mine da lui deposte al Ponte della Priula, danneggiandolo gravemente. Comandante della brigata Mazzini, tenne fronte col suo reparto ben cinque giorni all'attacco massiccio sferrato da schiacciante forze avversarie. Sganciata la brigata, la guidava superbamente in altri combattimenti. Fatto prigioniero tentava di evadere, ma cadeva colpito a morte da piombo nazifascista. Luminoso esempio di sacrificio e di suprema dedizione alla Patria.
Scheda
Francesco Sabatucci, nome di battaglia "Cirillo", da Umberto e Maria Vanzini; nato il 22 febbraio 1921 a Bologna; ivi residente nel 1943.
Di famiglia antifascista. Studente a Roma alla Facoltà di Magistero nel marzo 1941 fu chiamato alle armi. Frequentò la scuola allievi ufficiali di cavalleria a Pinerolo e venne promosso sottotenente di complemento nel Battaglione San Marco del Reggimento corazzato Lancieri di Vittorio Emanuele II. Mobilitato in Dalmazia a Ragusa gli venne affidato il comando di una formazione di carri armati.
Il 12 settembre 1943 il suo corpo d'armata si scontrò con i tedeschi ma fu costretto alla resa. Sabatucci fu fatto prigioniero assieme ai suoi commilitoni con destinazione un campo di internamento in Germania. Durante il viaggio riuscì però a fuggire dalla tradotta e si aggregò alle formazioni partigiane jugoslave.
Rientrato in Italia alla fine del 1943, aderì ai gruppi partigiani e partecipò ad azioni condotte nel Reggiano e nel Bolognese.
Trasferito nel maggio 1944 nel Veneto, entrò a far parte della brigata Mazzini della divisione Nannetti. La brigata della quale divenne comandante assumendo il nome "Cirillo" agiva nel territorio compreso tra il bellunese (Cansiglio), e la zona tra Valdobbiadene e Conegliano Veneto (Treviso). Numerose le azioni di sabotaggio alla rete viaria e ferroviaria, gli attacchi a reparti fascisti e tedeschi e la liberazione ed il controllo di alcuni comuni della zona (Soligo, Solighetto, Col San Martin).
Il 15 luglio successivo scese nella zona del comune di Nervesa della Battaglia nei pressi del quale si trovava il ponte ferroviario della Priula, importante punto di transito dei rifornimenti all'esercito tedesco in Italia. Gli Alleati anglo-americani avevano più volte tentato di bombardare il ponte senza mai aver successo. Sabatucci con soli 7 uomini riuscì a disarmare tutti i militari cecoslovacchi di guardia al ponte ed a minarlo in tre punti con un forte quantitativo di dinamite facendolo saltare.
Sempre nell'estate '44 riuscì a far sganciare più di ottocento partigiani dall'accerchiamento tedesco sul Cansiglio.
Nel novembre dello stesso anno gli venne chiesto di spostarsi nella zona di Padova, col ruolo comandante della Brigata Garibaldi "Padova" cambiando il nome di battaglia in "Franco".
Il 19 dicembre tradito da un suo intendente fu attirato in una imboscata nei pressi di Prato della Valle dove lo aspettavano tre fascisti della banda Carità. Tentò la fuga ma fu raggiunto in via Configliachi e colpito da una scarica di arma da fuoco. Il giorno dopo la fucilazione sul "Gazzettino" di Venezia, tra due liste a lutto, apparve il seguente annuncio funebre, che denunciava il "vile" assassinio del patriota: "Il 19 dicembre cadeva colpito vilmente alla schiena da piombo nemico / FRANCO SABATUCCI / eroe purissimo. / I compagni, fieri nel dolore, giurano di vendicarlo. Padova 20 dicembre 1944". Il giornale venne sequestrato lo stesso pomeriggio della pubblicazione dai fascisti locali.
Dopo la sua morte la Brigata “Padova” assunse il suo nome. A Belluno, in una lapide collocata nel parco di Piazza Piloni, è ricordato assieme ad altri 16 partigiani bolognesi ed a 2 ravennati caduti nel Veneto. E' stato sepolto assieme ai suoi compagni caduti della Brigata “Mazzini”presso il cimitero di Pieve di Soligo dove una tomba monumentale ricorda il loro sacrificio.
Gli è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Riconosciuto partigiano dall'1 ottobre 1943 al 19 dicembre 1944.
Al suo nome è stata intitolata una strada di Bologna nel rione della Cirenaica.
Luigi Arbizzani - Antonio Sciolino
E' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno. La biografia è stata integrata da Antonio Sciolino in considerazione della documentazione fornita dai familiari di Francesco Sabatucci ed arricchita con fotografie e documenti.