Scheda
Nacque a Bologna il 1 marzo 1880, lo stesso anno della morte di Francesco Rizzoli, fondatore dell'istituto ortopedico di cui divenne in seguito direttore. Laureatosi nel 1903 varcò le soglie dell'istituto in qualità di assistente, ruolo che ricoprì per i quattro anni di tirocinio con Alessandro Codivilla (1861-1912), frequentando poi un corso di perfezionamento in Germania.
Durante il suo soggiorno in Germania venne nominato membro della prestigiosa Deutschen Ortopädischen Gesellschaft. Nel 1912 tornò all'istituto in qualità di direttore, portando tecniche innovative che lo resero celebre nel mondo, come la tecnica chirurgica degli organi in movimento.
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale coinvolse direttamente l'Istituto Rizzoli, che venne trasformato in ospedale militare. Questo diede l'occasione a Putti di poter ampliare i locali dell'istituto con la costruzione dell'officina ortopedica e l'allestimento di nuovi padiglioni dove accogliere un numero sempre maggiore di feriti.
Fu proprio questo gran numero di “casi” che gli permise di approfondire le conoscenze ed ampliare i campi di intervento dell'ortopedia sulle ferite post-traumatiche. La sua grande professionalità ed esperienza lo portarono due volte a Londra per le riunioni del Consiglio interalleato sugli invalidi del 1918, dove poté illustrare i progressi ottenuti nella realizzazione delle protesi. Nei fatti i nuovi scenari che il conflitto aprì all'ortopedia fecero in modo che la cura degli organi di movimento si affermasse in maniera stabile nelle pratiche dell'Istituto.
Accanto all'attività medica nell'Istituto Putti fu anche docente di Ortopedia e Clinica chirurgica presso l'ateneo bolognese, nominato nel 1919. Dal 1917 diresse la rivista Chirurgia degli organi di movimento da lui stesso fondata con nuovo indirizzo. Nel 1923 fondò a Cortina un sanatorio per la cura della tubercolosi osteo-articolare, l'Istituto Elioterapico Codivilla, annesso al Rizzoli, ancora oggi esistente e funzionante, con il nome di Istituto Codivilla Putti. Nonostante l'orientamento politico monarchico, Putti non ebbe problemi nel relazionarsi con le amministrazioni socialiste, mentre più difficoltoso fu il rapporto con gli amministratori successivamente al 1922. I contrasti tra direttore e amministratori continuarono per tutti gli anni Trenta, ad ogni tentativo di Putti per ampliare gli spazi e le attrezzature dell'Istituto.
Putti nutrì sempre una passione per la bibliografia e le collezioni artistiche legate alla storia della medicina. Fu proprio grazie a questa sua passione che poté lasciare in eredità all'Istituto una preziosa biblioteca a disposizione degli studiosi e una collezione di inestimabile valore. Si spense a Bologna il 1 novembre 1940.
Bibliografia: Enciclopedia italiana Treccani, vol. XXVIII, p. 564; Augusto Anzoletti, Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Rocca San Casciano, Cappelli 1954