Scheda
Pietro Pietramellara Vassè nacque a Bologna il 9 settembre 1804 da Lorenzo e Carlotta Teodora Sampieri Scappi, famiglia patrizia di antiche origini transalpine. Il cognome Pietramellara deriva dalla località di Pietramelara, nel Casertano.
Terminati gli studi liceali nel collegio militare di Venezia, Pietramellara si laureò in Giurisprudenza all'Università di Bologna all'età di 23 anni. Tuttavia, le tradizioni famigliari lo avviarono verso la carriera militare e, grazie alla conoscenza della famiglia con casa Savoia, nel 1829 riuscì ad entrare nell'esercito di Carlo Alberto dove in poco tempo venne promosso come tenente. Questa carriera lo introdusse anche in quella politica; nel 1833 aderì al progetto mazziniano e contribuì all'azione di proselitismo della Giovine Italia, guidando i granatieri ad occupare il forte di Genova. Dopo il fallimento di tale progetto, sfuggì alla pena capitale ma fu condannato nel carcere di Finestrelle e vi rimase per due anni. Grazie all'intervento della madre, Pietramellara poté scontare la pena nella città natale dove nel 1835, precluso alla carriera militare, s'interessò all'esercizio dell'avvocatura. Nel 1843 Pietramellara, riavvicinatosi alla politica, entrò nel comitato bolognese, che aveva l'obiettivo di far scoppiare l'insurrezione e partecipò al tentativo di far sollevare Imola guidato da Ignazio Ribotti. Fuggito poi in Corsica, apprese di esser stato condannato a morte in contumacia così si stabilì a Châteauroux e successivamente a Parigi, dove prima insegnò italiano e poi lavorò come impiegato nelle ferrovie. L'elezione di Pio IX (1846), conosciuto come papa liberale, permise a Pietramellara il ritorno in patria l'anno seguente. A Bologna contribuì all'organizzazione della guardia civica cittadina. In quegli anni rincontrò Giovanni Durando, conosciuto durante la sua esperienza nell'esercito sardo, il quale lo incaricò di formare un battaglione di fucilieri, arruolando giovani volontari disoccupati. Pietramellara, disobbedendo al Papa, partecipò con il suo battaglione alla prima Guerra d'Indipendenza e partecipò alla difesa di Vicenza, fino alla caduta della città il 10 giugno 1848. Il 16 agosto il battaglione rientrò a Bologna per poi dirigersi verso Cento, dove venne riorganizzato e rinominato VI battaglione bersaglieri.
Nel 1849, durante la difesa di Repubblica Romana, Pietramellara fu fatto prigioniero dai francesi del generale Oudinot stando a guardia di Civitavecchia, ma fu restituito alla sua patria successivamente al combattimento del 30 aprile, in cambio dei francesi fatti prigionieri sul campo di battaglia romano. Il 3 giugno, Oudinot attaccò Roma ma il suo esercito fu ostacolato dal battaglione di Pietramellara. Due giorni dopo, quest'ultimo venne colpito alla spalla presso Villa Savorelli e morì il 5 luglio quando le truppe francesi vinsero la resistenza e riuscirono ad occupare Roma. Il suo funerale fu interrotto dall'entrata dei francesi nella chiesa di San Vincenzo e Anastasio, e uno di questi tolse dalla salma la coccarda tricolore appuntatavi sul petto.
E' ricordato nella tomba di famiglia collocata nella Sala delle Tombe della Certosa di Bologna.
Testo realizzato in collaborazione con il Liceo “Laura Bassi” di Bologna, nell'ambito del progetto "Alternanza Scuola - lavoro", AS. 2016-2017.