Scheda
Gaetano Matteo Monti, scultore, nasce a Ravenna il 13 marzo 1776. Compie i primi studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna e nel 1806 vince il pensionato romano. Trasferitosi a Roma viene educato allo studio della scultura dallo zio Giambattista Monti, anch’egli scultore, e diviene discepolo di Antonio Canova. La prima opera che gli conferisce una certa fama è il Busto di Antonio Canova (1810), che esegue per l’Accademia di Belle Arti di Bologna e che è ancora conservato presso di essa; “Gaetano Monti di Ravenna richiesto dall’Accademia bolognese di scolpire in marmo l’effigie del Canova, lo rappresentò in uno stato ordinario di quiete, come intento ad ascoltare qualche ragionamento non dispiacevole”. Dopo gli anni di formazione trascorsi a Roma, si trasferisce a Milano, città dove morirà e dove riceverà notevoli riconoscimenti per le proprie opere, espressioni mature di gusto neoclassico. Dal 1810 al 1847 è attivo alla Fabbrica del Duomo di Milano, nel 1834 esegue il Monumento a Giuseppe Zanoia destinato al palazzo di Brera, mentre con l’omonimo scultore milanese Gaetano Monti, realizza il bassorilievo La battaglia di Culm per l’Arco della Pace. Per questo ultimo edificio esegue anche la statua dell’Ercole, i rilievi con Il concilio dei Sovrani alleati, La Pace di Parigi, L’ingresso del Generale Neipperg in Milano nel 1814 e la figura della Lombardia. Sempre a Milano realizza la Tomba Bardò (1847) in Santa Maria delle Grazie, mentre presso la Galleria d’Arte Moderna è conservato il bassorilievo Venere e gli Amori piangono l’estinto Adone.
Altre opere dello scultore ravennate sono il sepolcro del vescovo Nova nel Duomo di Brescia e le statue di Mosè e di San Pietro nel Duomo di Novara. Nel Duomo di Chiari è conservato il Monumento a Stefano Antonio Morcelli, nella Pinacoteca e Fondazione Morcelli Repossi di Chiari sono custoditi i marmi Candelabra e Igea (1836) e Angelica e Medoro (1842), mentre nello Stabilimento di Belle Arti Malaspina di Pavia, ora sede della Biblioteca Civica ‘Carlo Bonetta’, si trovano due bassorilievi raffiguranti le allegorie di Incisione e pittura, di Architettura e scultura, un’iscrizione celebrativa, una statua del Genio delle Belle Arti, un medaglione, e un Busto di Luigi Malaspina. A Ravenna, sono custoditi nella Biblioteca Classense il Busto dell’abate Antonio Cesari (1832), e il Busto in gesso di Antonio Canova (1810), pezzo probabilmente incluso nel corredo dei gessi donati all’Accademia di Belle Arti della città in occasione della sua apertura avvenuta nel novembre del 1829. Nella Pinacoteca Comunale di Ravenna sono invece conservati il Busto del cardinale Alessandro Malvasia (1827), e il Busto del cavalier Carlo Arrigoni (1832). Nella chiesa Metropolitana di Ravenna sono di Monti le due statue in marmo della “Carità” e della “Fede” del Monumento funerario alla memoria dell’arcivescovo Antonio Codronchi (1827).
Ester Bellagamba