Scheda
Scultore, nasce a Bologna il 26 maggio 1907. Entra al Collegio Artistico Venturoli nel 1919. Dopo gli studi al Collegio e al Liceo Artistico, frequenta il corso di scultura tenuto da Ercole Drei all'Accademia di Belle Arti, assieme a Luciano Minguzzi, Ilario Rossi, Paolo Manaresi e Gino Marzocchi. Ottenuto il diploma di disegno architettonico, nel 1933 vince il concorso come direttore e insegnante di plastica alla Scuola d'Arte di Varallo Sesia. Ma la sua carriera artistica è già iniziata: nel 1932 è infatti ammesso alla terza finale insieme a Pericle Fazzini e a Venanzio Crocetti per il Pensionato Artistico Nazionale di scultura. Come ricorda Ilario Rossi in una testimonianza del 1966, l'opera prescelta è un grande bassorilievo con “figure sdraiate tra ceppi e tronchi”, in cui si manifestano le sue doti particolari di scultore. Durante gli anni ‘30 si rinsalda la sua notorietà a livello cittadino “come giovane artista di saldo impianto volumetrico e di morbide forme piene”, come riferisce un giornale dell'epoca, soprattutto nelle opere di soggetto femminile del 1933. Partecipa con opere di analogo impianto ai Littoriali della Cultura e alle Sindacali Interprovinciali dell'Emilia Romagna dove, ad esempio nel 1934, presenta il nuovo grande bassorilievo “La caccia”. Nel 1938 diviene assistente di Ercole Drei all'Accademia di Bologna per poi, nel dopoguerra, ottenere la cattedra di scultura presso il locale Liceo Artistico.
Convinto che l’arte debba essere espressa con i mezzi più elementari, scolpisce i sassi e i marmi più duri. Sono di questo periodo ”Maschera di donna” (marmo) dedicata alla moglie Rina, “Angoscia” (pietra dura) e “Ritratto di Romana” (marmo). Nel 1945 Mazzoli partecipa alla mostra che il rinnovato Circolo Artistico organizza nelle sale di Palazzo Pepoli, con l’opera “Torso di donna”. Nel 1948 viene invitato alla Quadriennale di Roma. Nello stesso anno realizza l’alto rilievo esposto all’ingresso della Palazzina ex Direttissima, nel Parco della Montagnola (lato nord), dal titolo “La lotta ed il sacrificio dei partigiani”. Il 4 novembre 1950 viene inaugurato il Sacrario dei Caduti di Budrio realizzato da Mazzoli, sia nella parte architettonica che in quella scultorea, con la sua opera “Il partigiano caduto”. Negli stessi anni gli viene commissionato il “Monumento ai caduti per la libertà” in ricordo della battaglia di Casteldebole.
A livello nazionale va ancora ricordato il riconoscimento che, nel 1950, conquista al premio Suzzara, mentre discreta ma continua, si mantiene la sua presenza in ambito bolognese: è presente alle mostre sindacali che si tengono ogni autunno al Salone del Podestà, con “Spigolatrice” del 1955, “Statua da giardino” del 1957, “Rinocerontino” del 1966 e “Maternità” del 1968. Tiene inoltre due personali al Circolo Artistico nel 1955 e presso il Circolo d'Arte e di Cultura nel 1966. In quest'ultima occasione, che rappresenta una vera consacrazione per l'arte del maturo artista, espone sedici bronzetti tra animali, streghe, nudini, atleti e con “Maternità” appare compiuto il suo mondo di intensa vitalità espressiva.
Bibliografia: Marilena Pasquali, La raccolta Lercaro, volume I, Industrie Grafiche Labanti e Nanni, Bologna 1992. Testo tratto da: Silvia Rubini (a cura di), Angelo Venturoli tra l'opera - il Collegio e la sua eredità, catalogo della mostra di Crespellano, Eta, Vignola, 2012