Scheda
Cesare Masini nasce il 3 dicembre 1812 da Domenico ed Anna Valdissera, proprietari terrieri. Ebbe due sorelle e il fratello Angelo fu tra i grandi patrioti risorgimentali di Bologna. Allievo dell'Accademia Clementina di Bologna, vinse diversi premi con opere sempre contraddistinte da una devozione verso il rinascimento fiorentino e le glorie seicentesche felsinee. Dal 1834 soggiorna a Firenze ed opera nello studio di Giuseppe Bezzuoli, il quale grazie a Pietro Giordani espose anche a Bologna - nel 1837 anno di rientro di Masini - un suo grande cartone per un dipinto religioso.
Autore di ritratti e scene storiche ebbe commissioni rilevanti, nel 1838 la 'Duchessa di Sagan', acquista La morte dei signori Carraresi di Padova, dipinto che venne esposto a Roma l'anno successivo. La stessa nobildonna gli richiese anche Dante ambasciatore dei Fiorentini a Bonifacio VIII (1841), opera che riscosse ampio eco nazionale e che gli valse la nomina di accademico dei Virtuosi del Pantheon. Altre opere gli vennero richieste da diversi collezionisti europei e fin dagli Stati Uniti d'America. Nella capitale conosce Clementa Mazzetti, che sposa in seconde nozze il 9 maggio 1842. Il rientro a Bologna avverrà solo nel 1845, dopo che per tre anni assunse la direzione del'Accademia di Belle Arti di Perugia. E' durante il soggiorno umbro che gli viene richiesta la commisione più prestigiosa, una grande pala raffigurante l'Ascensione per conto di monsignor John Thomas Hynes vescovo di Leros, per la cattedrale irlandese di Cork, opera che poco dopo gli venne richiesta in replica per la chiesa di Bantry. Nel 1846 per il marchese Francesco Guidotti realizzò il Ritratto di Pio IX, ora al Museo del Risorgimento di Bologna. L'anno successivo la sorella della Duchessa di Sagan - Dorotea - gli commissionò una veduta della Sala del Duca di Curlandia dell'Accademia, in quanto egli era il padre delle due nobildonne. Ciò lo portò anche a esporre ad Odessa i dipinti Petrarca in viaggio per S. Giacomo di Compostella, Pietro l’Eremita e Il bagno di Nerina. Così lo descrive nel febbraio 1845 Enrico Bottrigari nella sua 'Cronaca di Bologna' (Zanichelli, 1960): "allievo della nostra scuola di pittura, e professore insegnante a Perugia di pittura storica. Il Masina si diletta di poesia giocosa, e di questi suoi poetici e letterari lavori ha dato alle stampe, fin dal 1841, un volumetto pubblicato in Novi. Vogliono alcuni che il nuovo facente funzioni di Segretario possa riuscire incomodo a' Colleghi Accademici pel suo carattere ambizioso ed irrequieto. Salvatore Muzzi, uomo di lettere, ed il Sig. Gaetano Giordani, custode della Pinacoteca, concorrenti all'Ufficio suddetto, sono rimasti come suol dirsi in terra". Nel dicembre dello stesso anno ebbe una visita nel suo studio da parte Nicola I Romanoff, Zar di tutte le Russie che in città visitò anche lo scultore Cincinnato Baruzzi. Quando nel 1848 viene fondata la Società protettrice delle Belle Arti, Masini fu tra i suoi detrattori, vedendo in essa una concorrenza all'Accademia. In occasione dei restauri in stile del complesso sacro di Santo Stefano del 1876, fece durissimi commenti: "Mentre infin col piccone e col martello si demolisce e si rifan cose che il tacere è bello". Fu anche pubblicista e scrisse per giornali locali quali 'Il Quotidiano', edito nel 1847. Fu autore di diversi scritti biografici (Gaspare Landi, Antonio Basoli, Pietro Fancelli) e commemorativi (Marco Minghetti, Francesco Cocchi, Gaetano Lodi, Gian Luigi Protche). Grazie alle sue pubblicazioni Del Movimento artistico in Bologna dal 1855 al 1866 e Cenni storici sulle belle arti in Bologna (1884), Masini ci ha lasciato importanti testimonianze dell’ambiente artistico bolognese.
Durante i moti del 1848/49 fu tra le persone che vennero nominate nella Commissione sostitutiva al Consiglio del Municipio. Le sue idee liberali in politica contrastarono con quelle artistiche, e si fece strenuo difensore del classicismo bolognese, osteggiando le nuove istanze - romatiche prima, naturaliste e veriste dopo - che anche a Bologna prendevano piede. Non casualmente i rapporti con il pittore Antonio Pucinelli non furono semplici, in quanto il pittore toscano venne chiamato a insegnare a Bologna portando le nuove istanze dei macchiaioli che Masini trovava del tutto incomprensibili. Nel 1863 arrivò a scrivere: "vero è che il naturalismo che si va ora predicando è predicazione degli ingegni minori, plebe di ingegni che intende ad allucinare le menti delle plebi ignoranti". Nel 1860, con l'annessione al Regno d'Italia, venne nominato segretario dell'Accademia, carica che manterrà fino al 1871. Nel 1870 riforma il Premio di Curlandia, trasformandolo in concorso nazionale e con premi in denaro anzichè in medaglie di metallo prezioso. Dal 1882 e fino alla morte, avvenuta il 20 giugno 1891, fu direttore della Pinacoteca di Bologna. Viene sepolto nel Cimitero monumentale della Certosa, Sala delle Tombe, pozzetto n. 429.
Roberto Martorelli