Scheda
Augusto Grossi (Bologna, 23 settembre 1835 – 4 luglio 1919). Alunno di Clemente Alberi e del Muzzi, consegue premi scolastici negli anni 1853, ’54 e ’56. Il Bellentani per l’Esposizione del 1855 annota: “Neppure le rovine dimenticate furono, alcune vedendosene di vera antica tinta fatte dal Grossi, le quali erano osservate da un cavaliere, ma sembrano da qualche buon originale copiate, non corrispondendo ad una invenzione che accanto aveva esposto l’autore”. Compaiono anche, alla stessa Esposizione, due teste virili a matita. Nello stesso anno vince il premio di seconda classe in Anatomia pittorica ed espone un disegno ripreso dal vero di Un uomo e Donna in carta tinta. Nel 1862 il Malatesta Baglioni gli frutta il premio curlandese e l’anno successivo è presente all’Esposizione di Torino. La vivace vena narrativa della Popolana qui esposta si riversa dal ’63 in una lunghissima, brillantissima attività di caricaturista e l’artista sembra, per ciò che ne sappiamo, abbandonare la pittura.
Nel ’63, infatti, fonda con L. Gioannetti, un giornale che “ispirandosi a Le Sage – ma in realtà copiando altre testate non bolognesi – porta il titolo di Diavolo Zoppo”. Ad esso partecipa anche Silvio Faccioli. Dopo i lacci papalini sono questi gli anni in cui – come nota il Cristofori si risveglia a Bologna la vena umoristica, tanto che nel 1865 nasce, grazie sempre al Gioannetti, anche La Rana. La collaborazione di Grossi è preziosa e vivacizza questo giornale prevalentemente basato sulle caricature. Nel 1872 è stampata anche una edizione francese, La Grenouille, che però ebbe vita breve “per il drastico intervento di Thiers, il presidente francese, che irritato da alcuni disegni, ne proibì l’ingresso in Francia”. Staccatosi da La Rana, nel ’73 fonda Il Pappagallo (settimanale), giornale politico-umorista (edito fino al 1915) che, grazie al Nostro, antepone i fatti internazionali a quelli cittadini, che vengono del tutto trascurati. Il fulmineo successo è attestato dalla vendita di 14.800 copie! Tanto che, nel 1876 esce la versione francese Le Perroquet che dura 15 anni, e quella inglese The Parrot, fino al 1881. “La grande litografia a colori che occupava le due pagine centrali era una autentica novità per l’Europa. Soltanto la Spagna aveva un giornale del genere”. E’ divertente osservare che l’anticlericalismo del giornale porta ad un cambiamento nel titolo quando Napoleone III aiuta il Vaticano contro Garibaldi e da Pappagallo si trasforma in Papa Gallo.
L’intera collezione è donata dal Grossi nel 1910 alla Biblioteca Comunale di Bologna. Da ricordare anche la collaborazione all’albo lunario intitolato Le Gioie di Bologna nel 1865 e, l’anno dopo, al Diavoletto, disegnato da S. Faccioli e probabilmente firmato da Grossi con il nome di Grillo. E’ lo stesso artista poi che ci informa di una sua collaborazione al giornale greco Aristofane durata, anche se con intervalli, per 12 anni. E’ divertente leggere le dichiarazioni del Grossi che si qualifica brillantemente in mq. A proposito della sua attività, naturalmente! Ed è sempre il Cristofori che rileva, giustamente, oltre all’indiscussa qualità di disegnatore, anche l’acuto senso d’attualità di questo artista.
Alessandra Borgogelli
Testo tratto dal catalogo della mostra 'Dall'Accademia al Vero. La pittura a Bologna prima e dopo l'Unità', Bologna, Grafis, 1983. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti. Nel documento di registrazione della morte conservato nell'archivio della Certosa viene indicato che Augusto Grossi di condizione pittore, figlio di Luigi e Caterina Volta, vedovo di Elisa Bagnoli, muore in via Monari 1 il giorno 4 luglio 1919 alle ore 10 del mattino. Viene sepolto in un campo di sepoltura comune e successivamente traslato in ossario comune.