Scheda
Domenico Maria Gentili nasce a Medicina il 17 giugno 1738 da Lattanzio Gentili e Gentile Tagliasacchi. Discende da una agiata famiglia di artigiani e commercianti attivi nel settore dei metalli. Già dalla prima metà del Seicento, infatti, membri della famiglia Gentili risultano tra le figure emergenti della vita comunitaria e pubblica medicinese: Rinaldo membro dell’Accademia degli illuminati, Nicola occupa un seggio nel Consiglio della Comunità come di seguito il figlio Lattanzio e, da ultimo, Domenico Maria ricoprirà per diversi semestri la carica di Console.
Non si conosce per esattezza quando e come Domenico Maria Gentili cominciò ad occuparsi di organi. Da una nota di Don Evangelista, Sacerdote e depositario della Comunità di Medicina nonché memorialista e cultore della sua storia, si sa che nel 1761, all’età di ventitre anni, Domenico Maria Gentili era ad Ancona presso il laboratorio di Ugo Annibale Traeri, figlio di Francesco, nipote ed allievo del bresciano Carlo trasferitosi a Bologna intorno al 1770, possedeva delle più celebri ed attive botteghe originarie del nord Italia. Qui il Gentili mutuò quel tipo di organo di piccole e medie dimensioni caratteristico del patrimonio organario nostrano. Ben dieci furono gli strumenti che in seguito costruì seguendo quel modello e che sono giunti fino a noi. Sempre da Gasperini, particolarmente attento all’attività musicale in quanto egli stesso violoncellista e liutaio dilettante, si sa che il suo primo organo risale al 1762. Si tratta di un piccolo organo positivo di sette registri che, dopo essere esposto a Medicina nella chiesa del Suffraggio prossima all’abitazione e alla bottega dei Gentili, fu acquistato dagli Oblati di San Francesco per la loro Chiesa di Faenza ed attualmente si trova presso l’Accademia d’Organo di Pistoia. Reca una targa autografa: “Da Me Do(menico) Gentili da Medicina fu fatto novo./L’Anno del Sig.re 1762 lì 28 Aprile terminando anno detto”. Da questa data, per circa quarant’anni, Domenico Maria Gentili si trovò impegnato sia nella professione di organaro sia nella veste di influente “Uomo del Pubblico Consiglio della Magnifica Comunità di Medicina”.
Tutti gli strumenti della sua produzione recano, oltre all’indicazione della paternità e dell’anno, anche il numero progressivo d’opera. Si ha notizia di un suo organo “di sei registri: cinque di Ripieno, ed un Flauto, tutto di stagno” venduto il 30 giugno 1778 alla Congregazione degli Artisti, allora costruita a Bologna nella Chiesa di Santa Lucia, per il prezzo di 500 lire (come da ricevuta sottoscritta dalla moglie del venditore Giovanni Battista Mazzetti, presso l’Archivio della Confraternita di S. Maria dei Guarini e degli Artisti). Domenico Maria Gentili compì anche molti interventi di restauro non solo nell’area medicinese (come all'organo della Chiesa arcipretale di San Mamante nel 1765), ma anche nel bolognese, nel ferrarese, nella Romagna (a Castelbolognese nel 1789).
La recente campagna al censimento del patrimonio organaro e il conseguente restauro intrapreso di molti organi antichi hanno messo in luce l’opera di Gentili e la sua tecnica costruttiva. Oscar Mischiati, Ispettore onorario della Soprintendenza a Beni Artistici e Storici di Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna nonché membro della Commissione Ministeriale per il Patrimonio organario, sintetizza così il suo lavoro: “(…) L’esame degli strumenti restaurati (di cui l’ultimo presso la chiesa di S. Agata di Budrio) permettano di affermare che il Gentili lavorava ad un eccellente livello di qualità artigianale; il risultato sonoro è incantevole per la finezza squillante ed argentina”.
Opere documentate di Domenico Maria Gentili
1762 (opera prima) inizialmente esposto presso la Chiesa del Suffraggio di Medicina; 1765 restauro dell’organo esistente nella Chiesa Arcipretale di Medicina; 1769 (opera VIII) ora nella Chiesa Parrocchiale di San Benedetto Val di Sambro (restaurato da Paolo Tollari nel 1990); 1769 per la Chiesa Parrocchiale di Selva Malvezzi (sostituito nel secolo XIX); 1770 restauro ed ampliamento dell’organo di S. Maria di Buda (Medicina); 1771 restauro ed ampliamento dell’organo della Chiesa dell’Osservanza di Medicina
1772 (opera IX) Bologna: S. Colombano (oggi in proprietà privata, fortunosamente salvato durante l’iniziata rimozione sbrigativa ad opera di muratori circa trent’anni addietro); 1773 (opera XI) per la Chiesa Parrocchiale di Sabbiuno (Castel Maggiore); 1778 per la congregazione degli Artisti nella Chiesa di S. Lucia di Bologna (non più noto); 1779 (opera XV) per la Chiesa Parrocchiale di Ganzanigo (Medicina) (restaurato da Seri Ungarelli nel 1989; 1780 (opera XVI) per la Chiesa di S. Maria della Salute di Medicina ora presso l’Università degli Studi di Bologna; 1789? (opera XXVIII) per la Chiesa Arcipretale di Castel San Pietro
1790 (opera XXIX) per la Chiesa di S. Agata di Budrio (restaurato da Paolo Tollari nel 1998); 1797 (opera XXX) per una Chiesa imprecisata di Medicina (ora in collezione privata); 1798 restauro dell’organo della Chiesa Arcipretale di Medicina; 1798 restauro dell’organo della Chiesa Arcipretale di Castel Bolognese.
Luigi Samoggia
In collaborazione con il Museo civico di Medicina.