Note sintetiche
Onorificenze
Medaglia d'Argento al Valor Militare
"Animatore del movimento gappista di Imola, assumeva il comando di un distaccamento partigiano portando tra i suoi uomini l'impronta inconfondibile del suo ardente entusiasmo. Al comando dei suoi Partigiani accorreva in soccorso di un presidio partigiano circondato dalle brigate nere e dopo aspra lotta, durante la quale cadeva gravemente ferito, riusciva trascinandosi carponi a condurre i suoi partigiani alla vittoria e dopo aver visto il nemico in fuga esalava l'estremo respiro in olocausto per la liberazione della Patria. Fulgido esempio di ardimento e di generoso altruismo."
Castel Maggiore, 14 ottobre 1944
Scheda
Franco Franchini, «Romagna», da Alfonso e Rosa Zanoni; nato il 5 aprile 1910 a Imola; ivi residente nel 1943. Carpentiere. Militante antifascista, dopo l'8 settembre 1943 fu tra i primi organizzatori dei GAP di Imola e nell'agosto 1943 della Guardia nazionale di Imola.
Nel novembre successivo guidò un gruppo di imolesi per costituire una base partigiana sull'Appennino circostante Castiglione de’ Pepoli. Fallito il tentativo rientrò a Imola.
Trasferitosi nel distaccamento Castel Maggiore della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi, ne fu il comandante deciso e autorevole. Dai suoi uomini, una cinquantina, nell'arco di tempo complessivo, pretese, ha scritto Elio Cicchetti, «disciplina, intelligenza, coraggio e volontà». Fu alla testa dei compagni nelle azioni che caratterizzarono la lotta contadina nella pianura bolognese: dagli attacchi alle macchine trebbiatrici, agli assalti alle case del fascio (prima fra le altre quella di Argelato, dove agì personalmente), alla protezione delle manifestazioni preinsurrezionali del settembre 1944. Il 14 ottobre 1944 alla testa del distaccamento intervenne per liberare un gruppo di partigiani (fra i quali Araldo Tolomelli) arrestati da un reparto di militi fascisti nella zona di Sabbiuno (Castel Maggiore) e rinchiusi nel rustico abitato dalla famiglia Guernelli. Fu gravemente ferito da un tedesco che, riverso in un fossato, e creduto morto, gli sparò a bruciapelo in via Saliceto nei pressi del luogo dello scontro tra nazifascisti e partigiani. Soccorso dai compagni e trasportato all'ospedale civile di Bentivoglio, morì poco dopo. Nello stesso scontro cadde anche il cecoslovacco Joseph Goven, appartenente alla brigata. I nazifascisti colpiti a morte furono 36. Al fatto seguì immediatamente una rappresaglia (uno contro uno) nei confronti della popolazione del luogo. 33 persone vennero trucidate nei pressi di un rifugio antischegge scavato nel campo della famiglia Guernelli. Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valore militare alla memoria. Riconosciuto partigiano dal 15 settembre 1943 al 14 ottobre 1944. Il suo nome è stato dato a una strada di Castelmaggiore.[AR]
E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.