Scheda
Tenore. Nato a Bergamo da Antonio e Maria Donzelli, fin da fanciullo aveva la passione per la musica e il canto. Si racconta che la nonna di Domenico mentre filava era solita cantare preghiere, e il piccolo accanto a lei le ripeteva, e intonava anche canzoni popolari. Non si rifiutava mai di cantare, anche durante le ore di riposo giornaliero, tanto che più di un vicino si lamentò, ed uno di questi offrì dei confetti alla famiglia per farlo tacere almeno in quelle ore. Su richiesta dell’insegnante del liceo che più tardi frequentò, a tredici anni Domenico iniziò a cantare nelle chiese e nei cori del teatro, fino ai 15 anni, quando venne inserito tra i coristi tenori.
Esordì nel biennio 1808-09 a Bergamo al Teatro Riccardi in diverse opere (tra cui la prima assoluta di Ippolita regina delle amazzoni di Pavesi), per poi sostare a Napoli fino al 1815. Qui cercò di essere ammesso in uno dei Conservatori presenti in città, ma non riuscendo ad avere il posto si stabilì presso il Viganoni, tenore allora residente a Napoli, che si offrì di dargli lezioni gratuitamente. Pochi mesi dopo esordì sempre a Napoli nella Nina Pazza di Paisiello (1809) e fu presente in molte altre rappresentazioni (tra cui I furbi amanti del Palma nel 1810 e L’africano generoso di Fioravanti nel 1814). Nel 1815 lasciò Napoli per dirigersi a Bologna. Quando fu chiamato la prima volta alla Società del Casino a palazzo Lambertini era giovanissimo: lo troviamo nelle date 7 maggio, 4 giugno, 25 giugno, 9 luglio 1815. Stava cantando al Corso la prima assoluta del Castore e Polluce di Radicati (1815): “Eccovi nel signor Domenico Donzelli di Bergamo che sostiene le parti di primo tenore con indicibil bravura un giovinetto di 23 anni bello della persona e di grato aspetto, che con la sua voce veramente maschile può stare a paro de’ più abili tenori di grido, e perfezionato vieppiù collo studio indefesso, correttore de’ piccioli mancamenti, lusinga di essere la delizia de’ principali teatri dell’Europa, dove il gusto della musica italiana è in maggior pregio” (GDR 6 luglio 1815).
La sua carriera continuò poi nei maggiori teatri italiani, come a Venezia, Milano, Roma, Palermo e Torino, con molti primi ruoli (fra cui il primo Pollione nella Norma di Bellini nel 1831), fin oltre gli anni Quaranta. Lo troviamo anche a Londra, Parigi e Vienna. Nel 1833 tornò a Bologna, e si esibì al Palazzo Amorini nel novembre dello stesso anno e dell’anno successivo; poi cantò al Teatro Comunale ne Anna Bolena e Fausta di Donizetti e nella Norma di Bellini (tutte opere del 1834). Tornò a viaggiare tra diversi teatri italiani: lo troviamo ad esempio ancora a Bologna nel 1838 e nel 1847 al Palazzo Amorini, a Milano nel 1839 in Rossane di Schoberlechner, a Roma nel Furio Camillo, a Ferrara ne Il Bravo (1844). Tra i celebri maestri che scrissero per lui abbiamo Rossini, il Donizetti, Mayr, Meyerbeer e altri. Nella rivista Poliorama Pittoresco del 1845 viene riportato che fu ascritto all’Accademia Filarmonica di Bologna, Bergamo, Venezia e Roma; fu anche socio onorario di un’Accademia di Edimburgo. Grazie a Musica e musicisti di Bergamo di Forcella sappiamo che nel 1844 Donizetti ascoltò per l’ultima volta l’amico, riportando che “Donzelli fu colto dall’età, ossia dalla podagra, e la gamba si gonfiò e la gola accatarrò e nel canto s’arrestò”. Viene annotato come, sempre nello stesso anno, Donzelli abbandonò le scene e si ritirò a Bologna in un fastoso palazzo dove intratteneva spesso gli amici e si esibiva qualche volte nelle chiese della città. Nel 1857, in occasione della visita a Bologna di Pio IX, quando (come dice Pacini nelle sue Memorie) “ancor conservava voce poderosa e fresca da destar invidia e servir d’esempio ai giovani cantanti”, fu creato cavaliere di San Silvestro.
Le ultime notizie sulla sua vita le abbiamo grazie al Dizionario biografico di Regli (1860), che scrive: “Bologna fu la città ch’egli scelse a suo porto di pace, e colà vive colla sua diletta famiglia apprezzato da tutti ed amato. Nei primi mesi del 1860 s’è fatto sentire ancora in una Chiesa di quella città, e fece strabiliare dalla maraviglia.” Rimase infatti legato a Bologna, dove morì nel 1873. Fu “amato da tutti, e compianto sinceramente al trapasso, perchè artista di singolare perizia, costumatissimo, d’animo retto, di cuore benevolo, schietto di modi e gentile, d’antica onestà e fermezza di carattere.” (da Nuova enciclopedia italiana di Boccardo G., voce Donzelli Domenico).
Laura Zuffi
Bibliografia: Boccardo G., Nuova enciclopedia italiana, ovvero: Dizionario generale de scienze, lettere, industrie, ecc., Torino, Unione tipografico-editrice torinese, 1879, p.934; Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna, anno 2011-2012, voce Donzelli Domenico; Corago.unibo.it, voce Donzelli Domenico; Forcella P., Musica e musicisti di Bergamo. Dalle origini ai contemporanei, Edizioni Villadiseriane, 1992, p.159; Poliorama pittoresco. Opera periodica diretta a spandere in tutte le classi della società utili conoscenze di ogni genere e a rendere gradevoli e proficue le letture in famiglia, Napoli, S. Pergola e F. Cirelli editori proprietari, 1845, numero 36, pp. 282-284; Regli F., Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici, maestri, concertisti, coreografi, mimi, ballerini, scenografi, giornalisti, impresarii, ecc. ecc. che fiorirono in Italia dal 1800 al 1860, Torino, Coi Tipi di E. Dalmazzo, 1860, voce Donzelli Domenico, p. 175; Regli F., Il Pirata. Giornale di letteratura, belle arti, mestieri, mode, teatri e varietà, Nervetti Editore, 1835. E' sepolto nella Certosa di Bologna, Galleria Tre Navate, pozzetto n. 65.