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Bartolomeo De' Buoi

12 luglio 1739 - 5 ottobre 1818

Scheda

Bartolomeo, figlio di Teodoro Santi de’ Buoi e di Laura Spada, nacque in Bologna il 13 luglio 1739, e fu battezzato con i nomi di Bartolomeo Anacleto Teodoro Melchiorre (Carrati, Nascite, B 875, c. 248). Il primo senatore della famiglia de’ Buoi (una famiglia di mercanti di panni, innalzata al marchesato dal re di Spagna nella seconda metà del Seicento) fu nel 1730 Bartolomeo, figlio del marchese Andrea e di Virginia Zambeccari. Era, secondo il ritratto di Guidicini (I Riformatori, II, p. 144), un «uomo dedito ai vizi, per cui il morbo gallico gli aveva corrosa tutta la parte anteriore della fronte, onde portava uno zucco d’argento, coperto di stucco colorito simigliantemente alla carne». Fu anche l’ultimo senatore della originaria famiglia de’ Buoi: poiché né lui né i fratelli avevano eredi, Bartolomeo adottò Teodoro, il figlio che la sorella Maria Eleonora aveva avuto dal vecchio marito marchese Alessandro Santi di Ferrara, gli diede il nome, e, nel 1743, gli rinunciò anche il seggio senatorio. Morì il 26 febbraio 1755. Teodoro sposò Laura Spada, e anch’egli, per la malferma salute e per dissapori con i colleghi, rinunziò anzitempo al Senato, lasciando il posto, nel 1760, al figlio Bartolomeo, qui sepolto. Teodoro morì il 28 marzo 1774 e fu sepolto nella chiesa di San Martino.

Bartolomeo de’ Buoi Santi sposò nel 1760 Anna dei conti Gessi, figlia unica del conte Rinaldo Girolamo di Berlingero Gessi, ultimo di quella famiglia bolognese. Il 7 gennaio 1777 Anna ebbe in donazione tutto il patrimonio del padre, e morì il 29 novembre 1780, lasciando due figli: Tommaso e Girolamo. Bartolomeo, oltre alle cariche legate alla dignità senatoria (fu gonfaloniere sette volte, l’ultima delle quali nel primo bimestre del 1796), appartenne alla presidenza del Sacro Monte di Pietà, fu tra i sindaci del Pio Ospizio di San Giobbe e tra i fabbricieri di San Pietro, dal 1771 al 1791 fu nell’amministrazione dell’Opera Pia degli Agonizzanti, ed ebbe il titolo di cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano di Toscana. Morì ottantenne, per “replica di apoplessia”, il 5 ottobre 1818 (Foglio Sepolcrale D 113 n. 10806; ms. B 698/2 tav. 25; Guidicini, I Riformatori, II, p. 145; Guidicini, Diario, I, p. 6; IV, p. 57; Luigi De Buoi, Memorie storiche, pp. 25-28, 31-32; Giacomelli, Famiglie, pp. 81-82). La casa dei de’ Buoi era in via Cavaliera (attuale n. 24 di via Oberdan): il palazzo era il risultato di successivi acquisti, il primo dei quali risaliva al 1510. Caratterizzato da un bel cortile a doppio loggiato (al di sopra del quale, da una finestra si affaccia ancora la statua del fedele cane Tago, morto nel 1777 slanciandosi incontro al padrone), è oggi sede di uffici comunali (Guidicini, Cose Not., IV, p. 377; Luigi De Buoi, Memorie storiche, p. 6; G. Roversi in Cuppini, p. 290; Zucchini, La morte, pp. 227-229; Poli, Costa, A passeggio con la Storia, p. 69).

Silvia Benati