Scheda
Alessandro Cervellati nasce a Bertinoro di Romagna l'8 marzo 1892 da famiglia borghese, che dopo qualche mese si trasferisce a Bologna. La madre Laura muore nel 1906, mentre Alessandro frequenta il corso preparatorio al Reale Istituto di Belle Arti di Bologna. Quando il padre Francesco, geometra all'ufficio catastale del Comune, è costretto per ragioni di lavoro a trasferirsi a Bari, il giovane abbandona gli studi artistici; in questi anni, dividendosi tra Bari e Bologna e senza più l'appoggio della famiglia, conduce una vita "anarchica" insieme a quella compagnia di amici "scavezzacolli" che egli chiama "ghebia" e che darà il nome alle successive esperienze futuriste. Nel 1913 si iscrive al corso speciale di Figura dell'Istituto di Belle Arti di Bologna e conosce Tanina Rossi Marmini, che sposerà nel 1924 (e dalla quale avrà l'unica figlia, Laura, deceduta nel 2001).
Parte per il fronte nel 1915 con la propria bicicletta, chiedendo l'arruolamento tra i bersaglieri. Viene però distaccato tra gli ufficiali, partecipando alle operazioni militari nelle zone di Gorizia, sul Monte Grappa e a Caporetto.
Concluso il servizio militare, riesce a completare i tre anni di corso dell'Istituto di Belle Arti, ottenendo la licenza nel 1919. Nel medesimo anno fonda insieme a Nino della Casa, Giovanni Marescalchi, Ferruccio Giacomelli, Natale Pirazzoli, Mario Brasa, Francesco Bonafede e Pietro Aterol il foglio futurista «La ghebia, deflagratore della maschilità artistica», del quale usciranno solo due numeri (16 luglio e 15 agosto). Cervellati partecipa al progetto con lo pseudonimo di "Sandrino Ciurvelia", scrivendo per la rivista articoli satirici e realizzando illustrazioni xilografiche.
Si reca poi a Parigi con Severo Pozzati e vi resta per un anno, lavorando presso la ditta di manifesti e materiale pubblicitario Maga. Tornato a Bologna, ottiene l'abilitazione all'insegnamento del disegno nelle scuole medie; stringe rapporti di amicizia con altri artisti ed in particolare con Giovanni Romagnoli, Guglielmo Pizzirani, Cleto Tomba. Dal 1921 al 1932 insegna disegno nelle scuole elementari comunali, e dal 1934 anche nelle scuole medie Marcello Malpighi. Nel 1924 inizia la collaborazione con il «Carlino Sera» come illustratore e caricaturista; pubblica schizzi e disegni anche su altri periodici bolognesi. Nel dicembre di quell'anno espone, in una mostra con Nino Bertocchi, sedici disegni al Cenacolo Francesco Francia. Illustra il volume di Luigi Longhi Un turinèis a Bulàgna, edito dalla Tipografia Azzoguidi nel 1925. Nel giugno dell'anno successivo partecipa ad una mostra d'arte di ex-combattenti ai Giardini Margherita, ottenendo un premio, e pubblica sue opere nel quarto volume dell'opera di Cesare Ratta Gli adornatori del libro in Italia.
Negli anni seguenti prosegue l'attività di illustratore per libri e periodici, partecipando nel 1931 all'elaborazione della rivista «L'Orto», con Nino Corazza, Gianni Poggeschi, Giuseppe Marchiori, Giannino Marescalchi, Otello e Giorgio Vecchietti. Ottiene l'incarico dell'insegnamento di disegno e calligrafia presso l'Istituto Aldini-Valeriani di Bologna nel 1933. Nel 1934 è invitato alla Biennale di Venezia, dove espone disegni riguardanti il mondo dello spettacolo e il circo; suoi disegni sono acquistati dalla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma e dalla Galleria d'arte moderna di Bologna. Partecipa ad altre esposizioni, anche all'estero, nel 1935, anno in cui pubblica il volume 60 disegni di Alessandro Cervellati, con una prefazione di Nino Bertocchi, che costituisce la prima riflessione approfondita sulla sua opera e sulla sua personalità artistica. Partecipa alla Biennale di Venezia del 1936, sempre esponendo disegni raffiguranti scene e personaggi dello spettacolo di varietà e del circo, temi riproposti nel 1939 alla Terza Quadriennale; nel frattempo continua le collaborazioni con la rivista «Il Comune di Bologna» (fino al 1953) e con «Il Resto del Carlino». Dal 1940 inizia a scrivere per «Il Resto del Carlino» articoli sul costume bolognese, che accompagna con proprie illustrazioni. Non riesce ad ottenere la sistemazione in ruolo nell'insegnamento poiché non iscritto al Partito Nazionale Fascista; ottiene solamente la nomina in ruolo transitorio nel 1942 presso l'Istituto Aldini-Valeriani. Nel 1945 Cervellati pubblica due volumi, Le maschere e la loro storia (Edizioni Steb, Bologna) e Music-hall (Cappelli, Bologna), illustrati con tavole dell'autore. Inizia così quell'attività di scrittura che diverrà sempre più intensa dopo la morte della moglie Tanina, avvenuta nel 1946, rarefacendosi invece l'opera del disegnatore. Sempre nel 1946 inizia la collaborazione con il periodico «Il Progresso d'Italia», che continuerà fino al 1951, e pubblica presso la casa editrice Marzocco di Firenze il volume Storia del clown. Dal 1947 scrive e realizza illustrazioni per «La Squilla».
Nel 1950 partecipa alla XXV Biennale di Venezia ed entra a far parte, grazie alla sua competenza e all'interesse dimostrato per il mondo del circo, dell'Union des historiens du Cirque promossa dal francese Tristan Remy; per questa associazione scriverà numerosi saggi ed articoli. Pubblica inoltre i primi due volumi del ciclo Bologna al microscopio. Usi, costumi, tradizioni e feste, spettacoli e divertimenti. Dal 1951 inizia a collaborare con il quotidiano «Avanti!», con disegni e scritti di costume. L'anno successivo pubblica il terzo volume di Bologna al microscopio, dedicato al problema della prostituzione e intitolato Bassa galanteria bolognese. Il 1954 è l'anno di pubblicazione della Storia delle maschere (Poligrafici Il Resto del Carlino), seguita nel '56 dalla Storia del circo. Inizia a collaborare con l'Enciclopedia dello spettacolo diretta da Silvio D'Amico per la Sansoni di Firenze, curando le voci relative al circo, ai burattini, al cinema. Tra il 1957, quando pubblica Curiosità delle cronache, ultimo volume di Bologna al microscopio, e il 1960 si dedica in particolare alla raccolta e alla redazione di memorie e curiosità su Bologna e sull'ambiente dello spettacolo, che porteranno anche alla pubblicazione di Bologna la grassa, sulle tradizioni gastronomiche della città (Edizioni dell'istituto Aldini-Valeriani). In questi anni illustra alcuni testi di studiosi bolognesi (I miei monologhi di Carlo Musi, lo studio di Mario Bianconi sui detti bolognesi Così dicevano, Fatti e vicende dello studio bolognese di Athos Vianelli, Il 1859-60 a Bologna, di autori vari).
Nel 1962 nasce a Bologna il sodalizio Il circo delle arti, di cui fanno parte, oltre a Cervellati, Alberto Menarini, Athos Vianelli, Gino Marzocchi, Ugo Guidi. In dicembre si inaugura presso il Museo civico di Bologna e sotto il patrocinio del Comune, la mostra Il circo e il music-hall curata con l'ausilio di Alberto Menarini da Alessandro Cervellati, che espone una parte della sua grande raccolta storico-documentaria sul mondo dello spettacolo (volumi, manifesti, fotografie, programmi ed opuscoli) e settanta suoi disegni a penna acquerellata dedicati al circo. L'anno seguente (marzo 1963) cura con Alberto Menarini, ottenendo grande successo di pubblico e di critica, la rassegna Il burattino a Bologna, che comprende una mostra documentaria e una serie di spettacoli. È pubblicato dall'editore Cappelli il volume di Cervellati Storia dei burattini e burattinai bolognesi. Nel 1964 sono pubblicati altri due testi sul folklore bolognese: la storia del tortellino Umbilichi sacri, per le edizioni Aldini-Valeriani (Cervellati era membro di confraternite gastronomiche locali), e Donne e poeti all'Arena del sole (Tamari editore). Collabora alla realizzazione di mostre sui burattini e le marionette (Museo teatrale alla Scala di Milano, 1967) e sul circo (Museo della Scala, 1968). Nel 1972 Cervellati festeggia l'ottantesimo compleanno, ricevendo calorosi omaggi da parte del Comune di Bologna e di numerosi giornali italiani, in particolare dalle riviste specializzate sul circo. Bologna futurista è l'ultimo volume pubblicato (1973), in cui Cervellati condensa ricordi, polemiche ed interpretazioni personali riguardanti il movimento futurista nella sua declinazione bolognese; muore a Bologna il 29 dicembre del 1974.
Testo tratto dal sito della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna. E' sepolto alla Certosa di Bologna, Campo 1945 a Levante n. 276.