Scheda
Duecento e uno anni fa, il 26 aprile 1807, la medicinese Maria Maddalena Canedi Noé venne proclamata dottore in Legge all’Università di Bologna, una tesi di laurea discussa con grande piglio e competenza, tanto che meritò il raro, unico forse a quell’epoca per una donna, applauso del collegio esaminante. Più un caloroso encomio scritto in latino. Al tempo, quando l’università di Bologna era sotto lo Stato Pontificio, alle donne non era concesso frequentare né la «facoltà Legale», così veniva chiamata allora Giurisprudenza, né quella di Medicina. Coloro che riuscivano a iscriversi all’Università erano figlie di famiglie nobili o facoltose ma, una volta conseguita la laurea, in genere in materie letterarie o artistiche, solitamente non «lavoravano», al massimo insegnavano privatamente.
Maddalena Canedi nacque il 16 ottobre 1779 a Medicina, dai documenti del suo battesimo impariamo che suo padre si chiama Giuseppe Canedi e la madre Maria Talentoni. Secondo il professor Samoggia la casa dei Canedi era in via Libertà, nei pressi dello Sterlino. Probabilmente erano commercianti. Il 1779 è un anno ricco di eventi. La Spagna dichiara guerra alla Gran Bretagna e assedia Gibilterra, i francesi conquistano il Senegal britannico, Spagna e Province Unite si alleano con gli Stati Uniti d'America e a Parigi viene costruita la prima bicicletta. Mentre Maria Maddalena ha 14 anni e vive ancora a Medicina, e probabilmente, da brava figlia studiosa, passa ore e ore sui libri di lettere e matematica (sue prime passioni), un’altra donna, di 38 anni, Maria Antonietta d’Asburgo (che a 14 anni si era sposata per procura dopo aver avuto un’educazione irregolare) veniva ghigliottinata nella piazza dalla Rivoluzione nella quale la Francia si dibatteva da tempo. Nel 1779 l’Italia non era ancora una nazione unita, ma divisa nelle mai tranquille città stato; parte dell’Emilia, Medicina compresa, stava sotto lo Stato Pontificio. Quando Maria Maddalena nacque il papa era Pio VI, uno un po’ più tranquillo dei due Clemente che l’avevano preceduto. Napoleone Bonaparte stava forgiando il suo genio. Era insomma un periodo ricco di guerre, rivoluzioni, intrighi, riforme, controriforme, e cambiamenti, anche per le donne. Furono anni dove la questione della condizione dell’inferiorità giuridica, economica e politica della donna, seppellita dopo l’Illuminismo, venne risollevata (anche se con pochi risultati). Forse Maddalena, intenta a studiare nella sua cameretta affacciata in via Libertà (immaginiamo) respirò un po’ di quell’aria. Napoleone Bonaparte diede una mano, con la sua Repubblica Cisalpina che per qualche tempo subentrò allo Stato Pontificio, al curriculum di studi della ragazza. Ma soprattutto Maria Maddalena ebbe, a quanto pare, un matrimonio fortunato. Si sposò il 18 gennaio 1801, all’età di 22 anni, con un commerciante bolognese, Giovanni Battista Noé. Maddalena Canedi si trasferì a Bologna. Il marito, da quel poco che sappiamo, sembrava molto illuminato nei confronti della moglie. Non la costrinse a sfornare figli ma probabilmente l’aiutò nel suo sogno più grande: laurearsi in Legge. Nel fondo «Archivi dello Studio bolognese» abbiamo scoperto la data d’iscrizione all’università di Bologna di Maddalena: il 1803 (dove compare come l’unica donna negli elenchi degli studenti di quell’anno). A quell’epoca risalgono tre lettere del Consigliere di Stato Moscati, Direttore Generale della Pubblica Istruzione nel Regno d'Italia (costola della Repubblica Cisalpina fondata da Napoleone), al Reggente della Regia Università di Bologna. Nei documenti vi è traccia di una petizione di Maddalena Canedi al Gran Giudice Ministro della Giustizia per essere «ammessa agli esami biennali di legge prescritti dal piano disciplinare dell'Università... facendosi "abbuonare" i primi due anni di corso grazie a studi che aveva fatto privatamente sotto diversi professori in materie quali filosofia morale, diritto naturale, istituzioni civili ed elementi dell'arte critico-diplomatica». In altre lettere il Reggente chiedeva consiglio al Moscati che, alla fine, ammise Maddalena Canedi alla laurea. E il 21 marzo 1807, a 27 anni e mezzo, Maddalena si laureò con lode, applauso e menzione. Il ritratto che il marito le fece fare in occasione della laurea però ci dice qualcosa. Maddalena, come abbiamo già fatto notare, guarda in alto. Con l’umiltà della studiosa, con gli occhi grandi, dolci e sbarrati della donna, ma guarda verso l’alto. È ambiziosa, vuole di più. Prima della laurea, il 10 febbraio, aveva scritto ancora al Reggente dell’Università chiedendo di poter esercitare. «Avrei il dispiacere perpetuo di avere invano affaticato nello studio della Scienza predetta – scriveva –, quando fossi per sempre respinta dall'averne in seguito l'esercizio». E si firmò «umilissima, devotissima e affezionatissima serva». Qualcosa accadde. Due settimane dopo la laurea, il 4 aprile 1807, il Moscati scrisse al Reggente ribadendo che le donne erano interdette alla pratica dell’avvocatura ma dicendo chiunque sarà libero di «consultare alla stessa (Maddalena Canedi) privatamente, e di rispondere a chiunque credesse di ricorrere alle sue cognizioni». In poche parole poteva lavorare come consulente legale ma non entrare in aula. Di quello che accadde dopo il giorno di laurea sappiamo ben poco. Pare che i Noé si trasferirono, sembra attorno al 1811, a Napoli in pieno «regno» di Gioacchino Murat. Non si sa però se nella Napoli di allora Maddalena riuscì a praticare o se ebbe figli. Nel “Prospetto biografico delle donne Italiane rinomate in letteratura” scritto da Ginevra Canonici Fachini nel 1824 e conservato nella Biblioteca Pubblica di New York, Maddalena Canedi viene indicata come vedova e tra le grandi letterate viventi (aveva 45 anni). Lo stesso in “Corografia fisica, storica e statistica dell' Italia e delle sue isole” del 1843 (conservato nell’università del Michigan) dove viene ricordata la laurea con applauso a Bologna, e il fatto che a 64 anni Maddalena Canedi fosse una vedova schiva, dedita allo studio e alla vita domestica. Le notizie per ora ritrovate si fermano qui. Di Maddalena Canedi vorremmo sapere più cose, magari scoprire quando è morta, trovare la sua lapide, sapere se quegli occhi che guardavano in alto hanno trovato una risposta.
Caterina Cavina
Appendice documentaria | Atto di Battesimo.Die decima septima octobris 1779 Maria Magdalena heri circa hora 18° nata ex Domino Iosepho quondam Petronij Canedi et Domina Maria quondam Alexandri Talentoni conjugibus juxta ritu Sanctae Romanae Ecclesiae est a Reverendo Domino Antonio Ballarinio capellano. Compater ejus fuit Dominus Iosephus quondam Lucij Modana. Omnes ex hac nostra Plebe. Il giorno 17 ottobre 1779 Maria Maddalena ieri circa alle ore 18 è nata dal signor Giuseppe del fu Petronio Canedi e dalla signora Maria del fu Alessandro Talentoni, coniugi, ed è stata battezzata secondo il rito di Santa Romana Chiesa dal reverendo don Antonio Ballarini cappellano. Fu padrino il Signor Giuseppe del fu Lucio Modana [Mòdoni], tutti di questa nostra parrocchia. Medicina, Archivio Parrocchiale, Libro dei Battezzati 1774-1782, p. 262.Matrimonio1 -Avendo il Cittadino Gioan Battista, figlio del cittadino Giuseppe Noè della di lei Parrocchia dato a mia presenza il libero, e mutuo suo consenso di futuro matrimonio da contrarsi colla cittadina Maddalena, figlia di Giuseppe Canedi di questa parrocchia di S. Mamolo di Medicina, però è pregata a farne le consuete Pubblicazioni, le quali terminate, favorirà di spedirmene autentico attestato, unitamente ai suoi pregiatissimi comandi. Con stima riverendola, passo a dichiararmi. Medicina li 2 gennaro 1801. Devotissimo ed Obbligatissimo servitore Don Daniele Dotti Deputato”. 2 – Noè cum Caneda In hac Paroecia Die decima octava ianuarii anni 1801 Civem Ioannem Baptistam, filium civis Josephi Noè ex paroecia Sancti Michaelis de Leprosetti Bononiae, et civem Magdalenam, filiam civis Iosephi Caneda, praemissis denunciationibus tribus diebus festis de praecepto, iuxta Sancti Concili Tridentini decretum, idest die quarta, sexta et undecima ianuarii anni dicti, nulloque canonico impedimento detecto, audito in super eorum mutuo, liberoque consensu per verba de presenti espresso, in Matrimonium juxta ritum Sanctae Romanae Ecclesiae coniunxi, eisque solemniter benedixi die dicta in hac ecclesia ego Daniel Dotti Deputatus, praesentibus cive Ioanne, filio quondam Philippi Fusari, nec non cive Aloysio, quondam Herculis Bonfiglioli, ambobus huius paroeciae Sancti Michaelis, ut supra a cive canonico domino Francisco Gualandi paroco, ut patet ex eius litteris, quae in archivio asservantur. Noè con Canedi.In questa Parrocchia Il giorno 18 gennaio dell’anno 1801 Il cittadino Giovanni Battista, figlio del cittadino Giuseppe Noè della Parrocchia di San Michele de’ Leprosetti di Bologna e la cittadina Maddalena Canedi, premesse le pubblicazioni fatte nei tre giorni festivi di precetto, secondo il decreto del Concilio di Trento, e precisamente nei giorni 4, 6 e 11 gennaio del detto anno, e non essendo emerso nessun impedimento canonico, sentito precedentemente il loro reciproco e libero consenso espresso a voce da loro presenti, io don Daniele Dotti unii in matrimonio e solennemente benedissi in questa chiesa, alla presenza del cittadino Giovanni, del fu Filippo Fusari, e del cittadino Luigi del fu Ercole Bonfiglioli, entrambi di questa parrocchia di San Michele. Uguali dichiarazioni sono conservate anche in questa parrocchia dal Cittadino canonico don Francesco Gualandi parroco, come risulta dalle sue lettere conservate nell’archivio. Medicina, Archivio Parrocchiale, Recapiti di Matrimonio. (Traduzione dal latino di LUIGI SAMOGGIA)
Testo tratto da "Brodo di serpe - Miscellanea di cose medicinesi", Associazione Pro Loco Medicina, n. 6, dicembre 2008.