Note sintetiche
Scheda
Calzoni Ettore, del fu Giuseppe, soldato nel 35mo reggimento Fanteria, nato a Baricella nel 1878, dimorante a Baricella, morto per poliartrite reumatica nell'ospedale Davia di Bologna il 21 giugno 1917. Operaio. Ammogliato, lascia sei orfani, tre maschi e tre femmine.
Soldato del 35° reggimento fanteria, assieme al 36°, formavano la brigata Pistoia.
Allo scoppio della guerra la brigata Pistoia entra in azione contro il monte Podgora e la testa di ponte austriaca di Gorizia; il 10 giugno 1915, il 35° fant. va all'assalto delle posizioni austriache.
Ma il violento fuoco avversario e l'aggiustato tiro delle artiglierie fermano le truppe sotto i reticolati intatti, infliggendo loro gravi perdite: oltre 600 uomini fuori combattimento di cui 26 ufficiali solo quel 10 giugno. Per il sacrificio, lo sprezzo del pericolo, l'eroismo dimostrato, alla bandiera del 35° viene concessa la medaglia d'argento al valor militare. Calzoni Ettore esce indenne dal quel terribile battesimo di fuoco, partecipa alla 1° battaglia dell'Isonzo - 23 giugno, 7 luglio 1915 - , alla 2° dal 18 luglio al 10 agosto 1915, durante le quali la brigata Pistoia cerca di conquistare la cima del Podgora; è solo con la 3° battaglia - 18 ottobre, 4 novembre 1915 , che il 35° fanteria ottiene qualche risultato. Il 24 ottobre la " Pistoia " attacca con 4 battaglioni le posizioni nemiche sul Podgora, comprese tra il Calvario - Cappelletta - quota 240, dopo ben 10 assalti all'arma bianca, fanti del 35° fanteria penetrano nelle trincee nemiche, queste però, più volte perdute e riprese, debbono alla fine essere abbandonate perché fatte segno dai colpi dell'artiglieria avversaria. Rilevanti sono le perdite della brigata : oltre 2000 uomini tra i quali 38 ufficiali sono fuori combattimento. La 4° battaglia dell'Isonzo - 10 novembre, 10 dicembre 1915 - vede il 35° impegnato a sgretolare con lenta avanzata le posizioni nemiche sul Podgora; malgrado lo spirito di sacrificio dimostrato dalle nostre truppe, che flagellate dalle avverse condizioni atmosferiche reiterano gli attacchi alle posizioni avversarie, non si ottengono che modesti risultati; ben 1500 uomini e 50 ufficiali sono da annoverare tra morti, feriti, dispersi.
E' probabile che la malattia che nel 1917 ucciderà il Calzoni nasca proprio da queste cruente giornate, durante le quali le nostre truppe, mantenendo un atteggiamento aggressivo, non hanno la possibilità di sistemare al meglio i ricoveri, trovandosi così nella impossibilità di ripararsi dalle intemperie se non con il telo incerato di dotazione. Nel 1916, essendo in corso la spedizione punitiva austriaca, la brigata Pistoia accorre sul monte Cengio, ultimo baluardo italiano prima della pianura veneta, e lo riconquista il 25 giugno 1916, al prezzo di gravi sacrifici.
Nel 1917 la "Pistoia" torna in Carso, destinata al settore Flondar - Medeazza - monte Hermada, che sbarra la strada verso Trieste. Il giorno 27 maggio, la brigata attacca le posizioni sull'Hermada alla quota 175, ma un violento fuoco di interdizione arresta i fanti del 35° che sono costretti a ripiegare sulle linee di partenza; nuovi tentativi di avanzata eseguiti i giorni seguenti non danno miglior esito e, dopo 4 giorni di ininterrotta battaglia, l'azione viene sospesa e la brigata inviata in 2° linea a riorganizzarsi; sono fuori combattimento oltre 2000 uomini.
Calzoni Ettore, muore di poliartrite reumatica il 21 giugno 1917 all'ospedale di Bologna.
(Paolo Antolini)
Nel registro presso la Certosa è segnato con il grado di sergente. L'Albo d'Oro lo indica come soldato.