Note sintetiche
Scheda
Dopo una iniziale formazione umanistica, in seguito ad una malattia che lo portò ancora giovane alla sordità, da cui il soprannome, il Sordino, nel 1750 fu avviato dal padre alla pittura sotto la guida di Giuseppe Varotti. Frequentò l’Accademia Clementina dal 1756, riportando numerosi premi. Lo Zanotti lo predilesse, dedicandogli gli Avvertimenti per lo incamminamento di un giovane alla Pittura. La sua carriera artistica si apre con l’Assunzione della Vergine per una delle cappelle del portico di S. Luca e con una pala per la Certosa di Maggiano. Negli anni successivi il suo raggio d’azione si allarga da Bologna ad altre regioni italiane (Marche, Toscana, Lombardia) e all’Europa (Polonia, Renania, Spagna, Westfalia). Contemporaneamente esercitò le sue capacità di poeta, venendo aggregato all’Accademia degli Indomiti a Bologna (1763) e a Roma a quella dell’Arcadia (1766). Membro dell’Accademia Clementina nel 1770, ricoperse più volte il ruolo di direttore di figura. La sua pratica di restauratore su opere illustri della tradizione bolognese lo portò a sviluppare una profonda conoscenza dell’arte del passato che si concretizzò in saggi di storia dell’arte (biografie di Mauro Tesi, dei Gandolfi, del Guercino e del Francia; scritti teorici; edizioni critiche di testi precedenti come La Certosa di Bologna del Crespi o di preziosi manoscritti come il Libro dei Conti del Guercino) e nella sua attività di attribuzionista e di perito, membro delle commissioni incaricate di selezionare le opere requisite dalle chiese durante il periodo delle soppressioni napoleoniche. Compì numerosi viaggi di studio che ampliarono la sua cultura artistica (Firenze e Siena, Venezia e Padova, Reggio Emilia e Parma, Milano). Il suo stile è fortemente debitore della tradizione classicista bolognese alla quale si richiamava anche come teorico con vigore, tanto che lo possiamo considerare l’ultimo erede della tradizione accademica bolognese. Morì a Bologna nel 1815. E’ sepolto in Certosa, nel Chiostro III.
Antonella Mampieri
"Calvi Iacopo Alessandro fu discepolo di Giuseppe Varotti e Gio. Pietro Canotti, erudito assai, e si dilettò anche di poesia. Le sue opere pittoriche sono le seguenti: Il quadro dei SS. Erasmo e Lorenzo nella cappella omonima in S. Petronio, Il Crocefisso con varii Santi (in S. Giuliano), S. Giuseppe (in S. Caterina in via Mazzini), La Trinità con statovi i beati Francesco Patrizi etc. (ai Servi), I SS. Gioacchino ed Anna e la Vergine (in S. Vitale) – In Pinacoteca : Il suo ritratto, I Beati e Nicolò de’ Longobardi (in S. Benedetto), S. Francesco di Paola (nei confessi di S. Pietro ), S. Leonardo (in S. Gregorio), S. Lorenzo, In S. Salvatore: S. Raffaele; S. Ubaldo e S. Liberata, L’Annunziata (alle Muratelle), B. Bernardo Tolomei (copia del Guercino) in S. Michele in bosco, L’assunzione ( 44ª cappelletta lungo il portico di S. Luca)." Tratto da "La storia delle arti del disegno studiata nei monumenti che si conservano in Bologna e nei suburbi", Bologna, 1888.