Note sintetiche
Onorificenze
Medaglia di Bronzo al Valor Militare
"Quale aiutante maggiore in seconda, coadiuvava in modo esemplare il comando del battaglione durante il combattimento. Dimostrava anche iniziativa, risolutezza ed energia, raccogliendo soldati dispersi di vari reggimenti ed opportunamente conducendoli egli stesso là dove maggiore era il bisogno. - Monte Pecinka 1-2 novembre 1916"
Scheda
Arnaldo Calori nacque a Bologna la vigilia di Natale del 1892 da Filippo e Fanny Musi. Primo di quattro fratelli, lo seguivano Ercole, del 1894, Mario Alfredo (1895) e Teresa (1901).
Fu prima insegnante, poi capitano di lungo corso ed infine comproprietario di un'azienda corologica.
Un uomo i cui studi influenzarono profondamente la sua vita. Era anche e soprattutto uomo di mare, diplomatosi Capitano di lungo corso nel 1913, fu allievo ufficiale presso il Loyd italiano per un anno e due mesi navigò a bordo del piroscafo Taormina. Tra le fila degli interventisti, all'entrata in guerra del Regno d'Italia, entrò nell'esercito che era già ufficiale, diventò tenente, poi Capitano e combattè col 121° reggimento Fanteria di marcia e col 74° reggimento.
Ed è proprio della sua esperienza di guerra che scriverà, tornato a casa, dando vita a L'ora k. In guerra merita anche una medaglia di bronzo al valor militare per l'azione che portò alla conquista di monte Pecinka il 1° novembre 1916, durante la nona battaglia dell'Isonzo.
Sul Carso perse il suo caro amico d'infanzia Ferdinando Forni, del quale curò la sepoltura in uno dei cimiteri della valletta di Devetaki. L'amicizia fra Calori e Forni è riscontrabile anche nell'opuscolo in mortem di Forni, dove appaiono diverse lettere spedite da lui alla famiglia dell'amico. La sua esperienza di guerra in fanteria termina nell'ottobre 1917, proprio alla vigilia della battaglia di Caporetto, quando viene trasferito in marina presso la difesa costiera di Porto Corsini, al comando di alcuni dragamine. Finita la guerra la sua vita è dedicata al mare. Traspare già dal libro il senso di grande responsabilità e affetto che Arnaldo Calori dimostra sempre verso i suoi sottoposti, lo stesso affetto che accompagnerà la sua carriera di insegnante presso la Casa Mata Piscatorum di Ravenna, un'istituzione per l'educazione marittima dei giovani destinati a diventare marinai.
Della Casa Mata Piscatorum fu il direttore dalla fondazione. Negli anni della sua carriera come insegnante presso la casa, condusse i suoi allievi in esercitazioni che lo portarono a girare le coste italiane ed ad essere anche ricevuto da Mussolini.
La Scuola Nautica "Casa Matha" di Ravenna organizzò nell'aprile del 1925 un tentativo di raggiungere Bologna in barca dal capoluogo romagnolo. Si voleva riaffermare la possibilità di un collegamento per via fluviale tra le due città, servendosi del sistema di canali che attraversa la bassa pianura Padana e il cui tratto conclusivo è costituito dal Canale Navile.
Fra i tre i bolognesi che partecipano all'impresa c'è anche Arnaldo Calori, all'epoca tenente di Vascello (gli altri erano Alberto Mario Perbellini, il fotografo Aldo Camera). La barca, equipaggiata a remi e a vela, giunse al sostegno del Battiferro dopo un viaggio avventuroso, durante il quale è venne anche trascinata a braccia per lunghi tratti.
La vita privata non gli riservò grande fortuna: sposato fu lasciato dalla moglie che tornò a vivere a Genova. Non ebbe figli. Fu anche poeta con le pubblicazioni di alcune liriche negli anni trenta: Richiami, dodici brevi liriche scritte in Romagna e pubblicate da Strumia & Strazzari. Editori in Ravenna. E alcune pubblicate sul giornale locale (tra le quali alcune dedicate all' 8 agosto e alla Torre degli Asinelli) scritte in dialetto, molte dedicate alla sua città natale che amava tanto. Lasciata Ravenna visse a casa della sorella Teresa, nella sua amata Bologna, in via Turati, in un “villino bolognese” come viene definita una piccola casa indipendente di mattoni rossi. Lì, fu assistito dal suo attendente, Stefano Pellicanò, che non lo abbandonò mai fino alla morte, tanto era l'affetto che provava per Calori, e che Calori stesso considerava come un figlio. Malato di fegato, in solitudine, Arnaldo Calori si spense a 58 anni.
Nel 2016 il suo libro di ricordi di guerra "L'ora K" è stato rieditato a cura del Comitato Memorie di Pietra della Grande Guerra per fungere da veicolo di un raccolta fondi per il restauro della grande lapide monumentale dedicata ai caduti della brigata Emilia nell'ex cimitero di guerra di Kamno, fra Kobarid e Tolmin, in Slovenia. Il restauro è stato portato a termine nel 2018.
Giacomo Bollini
Approfondimenti sul sito di Emilia Romagna al Fronte e Comitato Memorie di pietra della Grande Guerra.