Note sintetiche
Scheda
Piero Bottoni nasce a Milano l'11 luglio 1903 e muore a Milano il 7 aprile 1973.
Nasce da una famiglia benestante; il padre esercita la professione di medico condotto, la madre è insegnante di lettere, di origine ebrea non praticante. Conseguita la maturità classica al liceo Berchet di Milano, nel 1921 s'iscrive alla Scuola degli architetti civili del Politecnico, ove si laurea nell'agosto del 1926, dopo aver conseguito nel febbraio dello stesso anno il diploma di professore di disegno architettonico all'Accademia Brera.
Neolaureato, partecipa al concorso per un ingresso monumentale alla Fiera di Milano. Nel 1927 sostiene l'esame di stato presso la Scuola superiore d'architettura in Roma. Trova impieghi saltuari come disegnatore in vari studi, ma in questi anni è il tema del «colore» che costituisce l'argomento principale della sua riflessione. Nel 1927 espone sei acquerelli di Cromatismi architettonici alla in Mostra delle arti decorative di Monza, e arteciperà
a tutte le Triennali milanesi fino al 1957.
Nel 1928 Le Corbusier gli comunica il proprio compiacimento per i risultati conseguiti con gli studi cromatici; altri apprezzamenti al riguardo gli vengono dagli ambienti futuristi italiani. Gli acquerelli sono ripresentati alla prima Esposizione italiana di architettura razionale a Roma. Nello stesso anno partecipa al concorso per una fontana in piazza della Scala.
L assunto dalla Società anonima costruzioni di Milano come disegnatore addetto all'ufficio tecnico e ai cantieri, e solo nel 1929 aprirà un suo studio professionale in corso Roma.
Tiene corrispondenza con Alberto Sartoris sulla «standardizzazione edilizia» e entra a far parte del CIRPAC (Comitato internazionale per la risoluzione dei problemi dell'architettura). E' tra i fondatori del gruppo italiano dei C.I.A.M. (Congressi internazionali di architettura moderna) ove sarà delegato, carica che conserverà fino al 1949. Fino al maggio del 1930 collabora a «Rassegna di Architettura», curando la rubrica Rivista
delle riviste. In quest'anno fonda con altri colleghi milanesi il gruppo del MIAR (Movimento italiano per l'architettura razionale), sollecitando il podestà di Milano a promuovere la revisione del regolamento edilizio della città sulla base dei criteri stabiliti dal C I AM di Bruxelles (1927). Partecipa anche al concorso per il Piano regolatore generale di Genova in collaborazione con Giuseppe Griffini e Mario Pucci.
Nel marzo 1931 allestisce la ii Esposizione italiana di architettura razionale insieme con Adalberto Libera, contemporaneamente organizza con Gino Pollini la mostra sulla «casa minima», già promossa nel 1929 dal C I A M di Francoforte. Dalla fine di maggio soggiorna in Germania.
A Parigi, lavora presso vari studi; i suoi mobili sono messi in produzione dalla Thonet France. E in questa occasione che incontra per la prima volta Le Corbusier. Nel febbraio 1932 ritorna in Italia, ove parteciperà, in collaborazione con altri architetti, al concorso nazionale per il Piano regolatore di
Verona, che gli varrà il primo premio exaequo.
Nel 1933 entra in contatto con l'ambiente bolognese, tramite l'amico Alberto Legnani, in occasione delle conferenze che accompagnano la mostra sui «sistemi di lottizzazione razionale» inauguratasi nel dicembre al Circolo degli artisti. Al IV CIAM (luglio-agosto 1933), illustra le analisi urbane
dei razionalisti italiani. Nello stesso anno, alla v Triennale di Milano, espone delle opere dimostrative sulla «casa popolare e la casa per vacanze», e organizza una mostra sulle opere dei membri del C I R P A C È, con Figini, Pollini, Bardi e Frette tra i fondatori della rivista «Quadrante».
Nel 1934 ottiene il primo premio al concorso per il Piano regolatore di Como; ottiene il più alto riconoscimento anche al concorso per la nuova Fiera di Bologna.
Nel 1935, con Pucci, apre lo studio professionale di via Rugabella e, in seguito, partecipa all'Esposizione universale di Bruxelles.
Nel 1936 cura la Mostra della casa popolare al convegno omonimo. Vince il primo premio al concorso per il nuovo municipio di Spilamberto e partecipa alla VI Triennale di Milano curando La mostra dell'urbanistica. Ha l'occasione di incontrare Adriano Olivetti e di sviluppare per lui il Piano regolatore della Valle D'Aosta, esperienza fondamentale per la sua carriera. Vince il primo premio ex-aequo al concorso bolognese per via Roma e, sotto la supervisione di Marcello Piacentini, elabora insieme ai componenti dei tre gruppi vincitori il Piano definitivo, che però non sarà realizzato. Al 1938 risalgono il più impegnativo dei suoi progetti bolognesi, villa Muggia a Imola, e i primi studi per il celebre maneggio di via Siepelunga (oggi distrutto).
Nello stesso anno pubblica il libro Urbanistica. Nel 1939 Bottoni e Pucci analizzano il problema delle abitazioni operaie nella Provincia di Milano e proposte per la creazione di borgate semirurali, testo che sarà pubblicato l'anno successivo anche su «Costruzioni Casabella». Nel 1940 ha l'opportunità di elaborare con altri architetti una soluzione al problema della casa nel capoluogo lombardo con il progetto di Quattro città satelliti attorno a Milano. Nel 1941 si sposa con la scultrice polacca Stella Saskorczynska, cui nel 1956 dedicherà il monte Stella al QT8. Ha inizio la sua collaborazione con Giò Ponti sulla rivista «Stile», ove cura la rubrica L'architettura sociale cioè l'architettura. Nel 1942 lo ritroviamo nella Commissione dell'Istituto nazionale di urbanistica.
Nel 1944, anno in cui sua sorella è arrestata e internata in Germania, si iscrive al Partito comunista ed entra a far parte del Comitato di liberazione nazionale. Nel 1944-1945, assieme ad altri razionalisti milanesi, elabora il piano A.R. per Milano e la Lombardia, che solleva un ampio dibattito tra gliarchitetti e gli amministratori.
Nel 1945 pubblica La casa a chi lavora. È nominato commissario straordinario della Triennale di Milano, creando così il Quartiere ottava Triennale (QT8). Nell'iniziativa avrà molta importanza la designazione di Bottoni quale consulente della Commissione «Ricostruzione lavori pubblici e comunicazioni». E' relatore al primo Convegno nazionale per la ricostruzione edilizia che si tiene a Milano ed è tra i fondatori del MSA (Movimento studi per l'architettura). Nel 1947 il Ministero della Ricostruzione e dell'urbanistica francese gli assegna il «diploma di gran premio». L'anno seguente Bottoni e il gruppo C I A M italiano ottengono uno dei tre premi ex-aequo al concorso per il Centro direzionale di Milano e l'architetto è invitato a tenere conferenze in Svezia e in Polonia sull'esperienza in corso al QT8.
Dal 1940 al 1950 Bottoni indirizza il proprio impegno progettuale verso l'edilizia economico-popolare, mettendo in gioco vent'anni di sperimentazioni.
Nel 1950 s'interrompe il sodalizio con Pucci, dovuto ai molti impegni politici di quest'ultimo quale amministratore a Modena. Tra il 1953 e il 1954 Bottoni restaura casa Minerbi e palazzo Renata di Francia a Ferrara. Nel 1957 trasferisce lo studio in piazza Erculea e istituisce una fondazione per giovani artisti in memoria della prima moglie. Nel 1958, sposa Giuditta Rossini. Nel 1959 ottiene la libera docenza in Composizione architettonica.
Nel 1961 progetta il monumento ossario dei partigiani alla Certosa di Bologna. L'anno seguente riceve il secondo premio al concorso per il nuovo centro del Breuil. Negli anni 1963-1964 è insegnante presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Il 27 agosto 1967 il Comitato permanente del XVII Convegno internazionale artisti, critici e studiosi d'arte assegna a Bottoni la medaglia d'oro per lo studio e il rilevamento del centro storico della città di Ferrara al fine della sua protezione integrale.
Nello stesso anno gli è conferita la cattedra di Urbanistica.