Scheda
Anna Bonazinga (1830 - 1906), è considerata tra le più grandi sensitive del XIX secolo, ed insieme al marito Pietro D'Amico furono celebri cultori del mesmerismo. Nel 1860 si trasferiscono a Bologna, aprendo un 'gabinetto' in via Solferino 15. Come recita una delle numerosissime pubblicità comparse sui giornali italiani, per ogni consulto la 'Sonnambula' avrebbe 'confortato con schiarimenti e consigli necessari, e rimanendo il tutto nella massima segretezza, sicchè ogni persona potrà lealmente darsene e sperare di ottenere un felice risultato'.
Prima del 'gabinetto medico-magnetico' di Bologna, Pietro D’Amico aveva fondato una Società Magnetica d’Italia, che gli valse riconoscimenti e onorificenze internazionali. Il mesmerismo per tutto l'ottocento era considerata una vera e propria scienza, e Pietro fu chiamato fin negli Stati Uniti per esporre le sue teorie. Riportiamo ancora un testo pubblicato in una sua rèclame tra '800 e '900: “AVVISO INTERESSANTISSIMO. Per consultazioni su qualunque malattia. La sonnambula signora ANNA D’AMICO essendo una delle più rinomate e conosciute in Italia ed all’estero per le tante guarigioni operate insieme al suo consorte, si fa un dovere di avvisare che inviandole una lettera con due capelli, e i sintomi della persona ammalata, ed un vaglia di L. 3,20 nel riscontro riceveranno il consulto della malattia e le loro cure. Le lettere devono dirigersi al professore PIETRO D’AMICO, magnetizzatore in Bologna. In mancanza di vaglia postale Italia e dell’Estero spediranno L. 4 in francobolli.” In altre pubblicità la coppia ci tiene a segnalare il numero davvero alto di consulti effettuati, ben 22.544 al 21 novembre 1867 e 24.784 al 7 aprile 1869.
Sulla rivista 'Il libero pensiero', nel n. 7 del 1870 e in quello successivo, le teorie e le pratiche di marito e moglie erano già contestate, in quanto eseguite 'in nome di principii contrari a quelli che si professano, e spesso ancora assai poco onesti', riuscendo a coinvolgere esponenti politici e pesonaggi noti quali 'i Michelet, i Victor Hugo, e tant'altri uomini così detti seri' che 'facilmente morsero all'amo della pubblicità magnetica', fino ad 'accettare la nomina loro offerta di membri onorari della Società magnetica d'Italia'. La contestazione era cominciata dal 1867, quando venne resa noto uno degli 'schiarimenti' della Bonazinga, che aveva rilevato problemi all'utero e dato la cura, non rilevando che però si trattava di un uomo anzichè di una donna. L'articolo cita anche il consulto dato ad una nobildonna ravennate gelosa del marito, che impazzì quando ottene conferma del tradimento del coniuge, il quale trovando il documento del consulto non potè fare altro che rivolgersi alla magistratura.
Periodicamente nella residenza di città dei due coniugi si tenevano delle partecipatissime serate 'magnetiche' dove, dopo abbondanti libagioni e balli, la 'sonnambula' si esibiva nelle sue trance. Alessandro Cervellati in 'Bologna Frivola' (Tamari, Bologna, 1963), segnala a sua volta un articolo di Franco Mistrali del 1869 in cui descrive gli esperimenti della 'sibilla': prestò alla parte più controversa offerendo un saggio di chiaroveggenza, e fu curioso indovinare la persona di Gioacchino Pepoli, ambasciatore a Vienna, pensato appunto da chi scrive. Il buon marchese fu descritto appuntino con la sua adiposa figura di eccellente borghese, provocando l'ilarità dell'uditorio, che tosto riconobbe il ritratto fedelissimo. Nell'estasi musicale la signora Anna ci mostrò il mito di Orfeo nella sua plastica espressione. (...) Le danze animate, vivacissime, allegre si protrassero fino quasi all'albeggiare, alternate con geniali ragionamenti, e ben anco da qualche pellegrinaggio verso un certo appartato gabinetto, dove invece di orcioli e di lambicchi erano preparati fiaschi di eccellente lico, succo puro e legittimo di tralcio italiano. A Bologna erano già attivi altri 'magnetizzatori', ma è indubbio che la coppia fece scuola, tanto che comparvero anche persone che imitarono la Bonazinga, come testimoniano alcune rèclame di una certa 'Matilde d'Amico' con 'gabinetto' a Milano in via san Pietro all'orto 17, comparse nella rivista 'Emporio pittoresco' del 1899.
Muore il 31 ottobre 1906 e gli venne celebrato un solenne funerale nella Chiesa di san Procolo. Anna Bonazinga d’Amico è l’unica bolognese presente nel cimitero della Certosa con due monumenti. La memoria collocata nel Chiostro VIII è opera di Pasquale Rizzoli, il più importante scultore bolognese dell'epoca. Al centro spicca il ritratto di Giuseppina Gargano (1853-1939), celebrata cantante lirica, mentre ai lati sono posti i busti dei due coniugi. Osservando le pupille di Pietro e Giuseppina si può constatare che Anna ha le orbite vuote, testimonianza della sua capacità di guardare oltre il mondo dei vivi. La seconda memoria si trova nel Chiostro Annesso al Maggiore, portico est. Qui viene ritratta più giovane e la simbologia rimanda alla sua fama ed alle onorificenze ricevute.
Roberto Martorelli
Dicembre 2016