Note sintetiche
Scheda
Gabriele Mario Bonani, da Eugenio e Liduina Zorzi; nato il 18 maggio 1909 a Lanza di Rumo (TN). Iniziati gli studi nelle scuole dei giuseppini, li concluse nel seminario diocesano di Grosseto, ove venne ordinato sacerdote dal vescovo mons. Galeazzi. Accolto in diocesi di Bologna, dopo essere stato cappellano a San Giorgio di Piano e a Crespellano, venne nominato il 2 dicembre 1938 parroco di San Giorgio Valle di Sambro (Monzuno).
L' 1 gennaio 1943 venne trasferito nella parrocchia di San Nicolò delle Lagune (Sasso Marconi). Collaborò, nel novembre 1943, alla costituzione delle «prime basi di montagna della 9 a Brigata Santa Justa per raccogliere gli elementi sbandati che desideravano sottrarsi alla chiamata repubblichina di Salò», nelle località di Lagune e Medelana (Marzabotto). Difese, con Pino Nucci , la popolazione dalle «misure repressive» dei tedeschi, evitando episodi di violenza. Divenuto ufficialmente cappellano della 9a brigata S. Justa, partecipò alle riunioni clandestine, organizzò la difesa dei civili, fornì informazioni sugli spostamenti delle truppe tedesche, nascose prigionieri e feriti in fuga.
Dal 24 settembre 1943 al 5 gennaio 1944 nascose il caporale inglese Evans Bernard, riuscendo a sottrarlo alla commissione delle SS venuta ad arrestarlo. Subì, per questo motivo, l'arresto e la perquisizione dai fascisti repubblicani di Sasso Marconi, che il 31 dicembre 1943 assediarono la canonica e profanarono la chiesa di Lagune.
Nel giugno-agosto 1944 trovò rifugio ai prigionieri inglesi Stevenson Steffen e Lery Hermans e all'ufficiale pilota Anderson, che rifornì di viveri e aiutò a passare il fronte, con la collaborazione di don Giovanni Fornasini , nel settembre 1944. Confortò gli ultimi istanti di vita di Franco Samoggia , impiccato il 25 agosto 1944 dalle SS. Fece fronte ai rastrellamenti e agli eccidi del settembre 1944, fornendo, inoltre, utili indicazioni a Pino Nucci.
Nonostante «brutali interrogatori» continuò fino alla liberazione a mantenere i contatti con la brigata, proteggendone, anche dopo l'arresto del comandante, l'attività clandestina, e si adoperò «ad evitare le violenze sui civili».
Riconosciuto partigiano col grado di tenente cappellano dal 18 ottobre 1943 alla Liberazione. Testimonianza in RB 3. [A]