Scheda
Nato a Bologna nel 1813, Ulisse Bandera nel 1836 si laureò in diritto civile e canonico e a partire dal 1838 fu procuratore presso il Tribunale. Di idee democratiche e liberali, "fin da giovane fisse il suo pensiero alla liberazione della patria, e seppe agire energicamente quando la necessità incalzava".
Durante la prima Guerra di Indipendenza (1848), quando i volontari napoletani in ritirata abbandonarono i campi di battaglia del Veneto, diramò direttive ai patrioti delle Romagne perché non li accogliessero e si chiudessero loro i negozi, a meno che non fossero disponibili a tornare a combattere. Intrattenne rapporti e corrispondenza coi principali patrioti del suo tempo: personalità di orientamenti politici diversi e contrapposti ne apprezzarono ugualmente le qualità. Dal 1845 al 1849 compilò un “Almanacco dello Stato pontificio”, con ragguagli storici, giuridici e statistici. Protagonista della rivoluzione pacifica del 12 giugno 1859, fu nominato direttore generale della polizia di Bologna e provincia, “ufficio al quale nessuno voleva sobbarcarsi in quei momenti eccezionalmente critici, e che egli tenne con vigore e senso di equità”, godendo la piena fiducia del governatore Luigi Carlo Farini e al tempo stesso guadagnandosi la simpatia dei popolani e degli elementi più radicali, “che infrenava spiegando grande abilità”.
Nel 1860 fu nominato Questore di Bologna, e ricoprì anche la carica di Consigliere comunale, membro della Giunta municipale, Delegato ministeriale per le carceri. Nel 1861 fu nominato Ispettore delle carceri, e più tardi Consigliere di Prefettura a Ferrara, svolgendo poi notevoli uffici in varie città d'Italia. Tornato in patria, fu consigliere comunale, assessore e per un breve periodo (dicembre 1872-gennaio 1873) come assessore anziano ricoprì le funzioni di sindaco. I suoi documenti si trovano oggi in gran parte presso l'Archivio di Stato cittadino; altri documenti, tra cui il carteggio, sono invece conservati presso la Biblioteca dell'Archiginnasio. E' sepolto in Certosa, in una tomba che fece realizzare per sé e per i suoi, la cui epigrafe ripercorre le tappe fondamentali della sua vita. Una lapide a lui dedicata, posta nel 1909 in via Marsili, segnala la casa in cui visse e morì il 17 luglio 1887.
Otello Sangiorgi