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Regia guardia di pubblica sicurezza

1919 - 1922

Schede

Corpo speciale di militari addetti, con funzioni simili a quelle dei carabinieri, al mantenimento dell’ordine pubblico, all’indomani della prima guerra mondiale.
Fu costituita nel 1919, dopo la soppressione delle Guardie di città. L’arruolamento fu aperto alle ex guardie di città, ai militari congedati dall’esercito e ai giovani di leva.
La Guardia regia, com’era comunemente chiamata, pur avendo un inquadramento simile a quello dell’esercito - per l’addestramento e la parte normativa e finanziaria -dipendeva dal ministero dell’Interno.
Il corpo, previsto inizialmente in 25 mila uomini, arrivò ad averne sino a 35 mila. La Guardia regia fu impiegata per la repressione dei movimenti popolari e degli scioperi. Parteggiò per il fascismo sin dall’inizio, come la maggior parte dei corpi di polizia.
Dopo l’avvento della dittatura, il corpo fu sciolto il 28.12.1922 e gli agenti incorporati nei carabinieri e nella MVSN.
Nel bolognese furono numerosi gli scontri tra i lavoratori e la Guardia regia. Il più grave è del 14.10.1920.
Al termine di una serie di scontri, avvenuti nei pressi del carcere di S. Giovanni in Monte e della vicina caserma delle Guardie regie - l’episodio è noto come “l’assalto al Casermone” - si ebbero 5 vittime: 3 lavoratori e 2 guardie.
Dopo quell’avvenimento - e l’uccisione di una guardia avvenuta per vicende private a Casteldebole (Bologna), anche se si tentò di accreditare la tesi politica - il corpo parteggiò sempre più apertamente per il fascismo, sia pure con qualche eccezione.
Il 28.10.1922, il giorno della “marcia su Roma”, il maresciallo Paolo Vitalone  fu ucciso dai fascisti in via Zamboni, perché si era rifiutato di consegnare la pistola. Nello stesso incidente restò ferito il maresciallo Carmelo Pancaldi. Il giorno dopo, mentre tentava di impedire ai fascisti di penetrare nella sede della società telefonica, in via Albiroli, restò ferita la guardia Andrea Fadda. [O]