Schede
Alla morte di Eugenio Nobili, titolare dal 1849 di una falegnameria-ebanisteria in Via Saragozza, fuori porta, ne aveva proseguito l’attività il figlio Clemente (1838 - 1906) con i giovani fratelli. A partire dagli anni Settanta dell’Ottocento la Clemente Nobili e F.lli aveva ottenuto commesse di mobili, serramenti ed infissi da clienti privati e pubblici di Bologna: il Duca D’Orleans, nel 1873, per la ristrutturazione di Palazzo Caprara; il Tribunale, per il suo trasferimento a Palazzo Grabinski, nel 1974-’76; il Comune, in più occasioni. Nelle vicinanze della vecchia bottega, sempre in Via Saragozza, nel 1874 era stato acquistato un terreno per costruirvi dei nuovi ambienti di lavoro. La Nobili era ormai affermata ed i suoi lavori apprezzati; negli anni Ottanta, con la Calzoni e la Maccaferri, era stata tra le ditte incaricate di realizzare i manufatti e gli apparati per l’Istituto Ortopedico Rizzoli in corso di allestimento. Clemente ed Augusto (il fratello Pio era morto nel 1887) avevano deciso un ulteriore ampliamento, acquistando nel 1895 un fondo in località Casaralta sul quale era stato costruito uno stabilimento per la lavorazione del legno e del ferro, oltre ad un’abitazione per le loro famiglie. Nel 1898, anno della trasformazione della Clemente Nobili e F.lli in Società in nome collettivo, con l’entrata dei figli di Clemente, Silvio e Cleto, erano impiegati 65 operai. La moderna dotazione di macchine e la disponibilità del vapore e dell’energia elettrica avevano permesso di ampliare la produzione alle carrozze per ferrovie e tramway. Per questo scopo nel 1901 era stato aperto anche uno stabilimento a Roma, diretto da Cleto. La Rete Adriatica aveva commissionato 50 carri merci e l’americana Thomson-Houston 65 tramway elettrificati destinati al Comune di Bologna. Gli operai erano saliti a 120, nel 1902, e a 340, nel 1906, con un ampliamento della fabbrica. Erano seguite altre importanti fornitura a Genova, a Roma ed Atene. Deceduto nel 1906 Clemente Nobili, nel mese di dicembre la Ditta era stata ceduta alle Officine Meccaniche Reggiane. La fabbrica era stata poi acquisita, dopo la prima Guerra Mondiale, dalle Officine Casaralta. (Antonio Campigotto - testo tratto da "La Ruota e l’Incudine la memoria dell’Industria Meccanica bolognese in Certosa", Minerva, 2016)
Viene così viene descritta nella 'Guida illustrata di Bologna - Storica artistica industriale', edita nel 1892 dalla Tipografia Successori Monti: "Stabilimento meccanico a vapore per la lavorazione del legno e del ferro del sig. Clemente Nobili e fratelli. - Questa fabbrica importantissima, situata fuori porta Saragozza, che ha eseguito lavori per Municipii, Imprese pubbliche e private, Direzioni Militari e Società ferroviarie, ha, tra le sue più apprezzate specialità le pavimentazioni di legno asfaltato sia per strade, piazze pubbliche, marciapiedi, tettoie ecc.; come per locali interni d'abitazioni civili, di qualunque disegno e forma, da collocarsi in opera con malta di calce. Questi sistemi di pavimentazione sono molto usati all'estero specialmente a Parigi e sono da raccomandarsi per la grande utilità pei vantaggi igienici e per l'economia. la cosidetta lana di legno, riconosciuta succedanea al crine, alla lana e ad altre materie, per materassi, guanciali e anche per uso d'imballaggio della frutta, delle porcellane, degli specchi, dei vini, oli e salumi. Importantissimi lavori di altri generi relativi alla lavorazione del legno e del ferro eseguisce questa Ditta rinomata".