Schede
Sede dei reggimenti in tempo di pace:
47° fanteria: Lecce,
48° fanteria: Catanzaro
Distretti di reclutamento: Belluno, Bologna, Cefalù, Firenze, Monza, Parma, Sacile, Salerno
Anno 1915
All’inizio della guerra la Brigata Ferrara si dispiega davanti alla testa di ponte di Gorizia, alle dipendenze della 22° divisione; durante la I° Battaglia dell’Isonzo fa avanzare suoi reparti contro le posizioni austroungariche di Lucinico, tentando di sorpassarle per raggiungere i ponti sull’Isonzo, ma viene ricacciata alle linee di partenza dal fuoco di cannoni e mitragliatrici. La Ferrara viene poi spostata nelle fila della 19° divisione, 3° armata, con obiettivo Castelnuovo e Polazzo.
Il 19 luglio, II° Battaglia dell’Isonzo, il 48° conquista la trincea nemica detta a squadra, ed il 47° penetra tra le difese nemiche del bosco triangolare. Nuovi sforzi per estendere l’occupazione, portati nei giorni seguenti, falliscono. In settembre la Brigata si trasferisce a Tolmezzo nel settore But – Degano, di rincalzo a truppe alpine operanti sulle montagne vicine.
Il 7 novembre la Brigata è di nuovo sul Carso tra la cima 4 del San Michele e San Martino del Carso. Iniziatasi la IV° Battaglia dell’Isonzo, la Brigata attacca e raggiunge più volte cima 4 senza potersi affermare per i continui contrattacchi avversari; vengono però prese e mantenute le posizioni nemiche dette “trincea curva”, “la Cappella” e la “trincea superiore” che costano circa 1400 soldati fuori combattimento. Nei mesi seguenti la Ferrara alterna turni di riposo e trincea sino alla fine del 1915.
Anno 1916
In marzo partecipa alla V° Battaglia dell’Isonzo, avanzando contro la linea nemica che dalla cima 4 scendeva a San Martino del Carso, vengono catturati centinaia di prigionieri, tuttavia i risultati conseguiti sul terreno sono modesti. Il 29 giugno, la Brigata ha in linea il 48° reggimento, quando all’alba gli austriaci lanciano nubi di gas asfissiante dalle trincee di San Martino e del San Michele; le nubi di gas sorprendono l’ala sinistra ed il centro, i soldati terrorizzati dall’effetto del veleno abbandonano le posizioni e retrocedono verso le retrovie, i reparti di destra, meno colpiti, reagiscono aprendo il fuoco sulle colonne austriache che attaccano dietro alle nuvole venefiche. Nel pomeriggio, le nuvole di gas che ancora incombono sul terreno dello scontro, vengono respinte dal vento, che ha mutato direzione, contro gli stessi austriaci; immediatamente si muovono dalle retrovie truppe di rincalzo che riprendono con energico contrattacco tutto il terreno abbandonato nella mattinata.
A sera la situazione è la stessa della mattina, purtroppo il 48° è stato falcidiato dai gas e lamenta circa 1000 morti. In agosto la Ferrara partecipa alla VI° Battaglia dell’Isonzo e finalmente riesce a conquistare la tanto contesa cima 4 del San Michele, mentre le Brigate Brescia e Catanzaro occupano le altre cime 1, 2 , 3. Nei giorni seguenti prosegue l’inseguimento del nemico che si sta ritirando da tutto il pianoro carsico; il 14 agosto la Brigata si trova in linea oltre il vallone, contribuendo ad eliminare gli avamposti nemici tra Segeti e la quota 202, al prezzo di gravi perdite. Quando il comando supremo lancia la VII° Battaglia dell’Isonzo, la Ferrara è davanti ad Oppacchisella ed attacca con obiettivo la strada per Castagnevizza: i battaglioni non lesinano energie, cadono diverse trincee nemiche ma l’avanzata man mano che ci si avvicina all’obiettivo si fa sempre più dura ed il 18 agosto viene dato l’ordine di sostare sulle posizioni raggiunte. Solo durante la IX° Battaglia dell’Isonzo, i suoi reparti riescono a spingersi sino alle prime case di Castagnevizza, sono poi respinti e si fermano a circa un centinaio di metri di distanza dal paese. Sospese le operazioni i suoi reparti si alternano in linea sino a fine anno.
Anno 1917
Rientrata in linea dopo un periodo di riposo, la Brigata viene schierata di fronte al Pecinka, dove compie turni di trincea senza che accadano episodi importanti. Il 14 maggio partecipa alla X° Battaglia dell’Isonzo attaccando ad oriente del vallone: riesce più volte a raggiungere le trincee avversarie ma ne viene sempre ricacciata da violenti contrattacchi.
Trasferita poi in giugno all’ala destra della 3°armata tra la quota 144 e 77 di Monfalcone, vi rimane sino al giorno 18 poi passa a riposo. L’imminente XI° Battaglia dell’Isonzo la richiama in linea sulle posizioni del Veliki Vhr, da dove partecipa a tutti gli attacchi contro Auzza e Na Raunick; le sue truppe combattono con ogni energia, più volte penetrano in profondità ma il nemico oppone ostinata ed insuperabile difesa sulle ultime posizioni. la crisi nello schieramento italiano causato dallo sfondamento di Caporetto, XII° Battaglia dell’Isonzo, coinvolge la Brigata che si trova alle dipendenze della 62° divisione sul medio Isonzo; viene così inviata sulla linea di massima resistenza nel settore di monte Purgessimo – Castel del Monte, dove tenta di arrestare le truppe tedesche avanzanti.
La battaglia si presenta subito impari e la Ferrara subisce pesanti perdite che la obbligano a retrocedere prima al Tagliamento poi verso il Piave, raggiunto il 3 novembre.
Anno 1918
Rientrata in linea in febbraio, la Brigata si schiera nel settore di Fossalta. All’inizio della offensiva austriaca, battaglia del Solstizio, ha il 48° nei pressi di San Donà ed il 47° di riserva; il 15 giugno gli austriaci dopo aver spianato la nostra prima linea con l’artiglieria, oltrepassano il Piave facendo retrocedere il 48°, il pronto accorrere dei battaglioni del 47° blocca la ritirata e permette con una serie di contrattacchi di delimitare lo sfondamento alla sola testa di ponte di Isola di Sopra. Il giorno 17 riprende con maggiore violenza l’attacco austriaco, il fronte tenuto dalla Ferrara cede a Villa Premuda ed un battaglione del 48°, accerchiato, viene annientato; l’intervento di truppe della Brigata Jonio permette di contrattaccare e il giorno dopo la situazione è quasi del tutto ristabilita. Il 20 la Brigata riceve il cambio e si trasferisce nei pressi di Mestre, nella battaglia ha perso oltre 2500 uomini.
L’8 agosto ritorna in trincea nel medesimo settore, senza che avvengano fatti importanti sino alla battaglia di Vittorio Veneto; il 47° che in quel momento è in linea, oltrepassa il Piave e si spinge sino a Motta di Livenza, all’alba del 4 novembre è sorpassato a guado anche il Tagliamento e i fanti della Brigata conquistano il ponte di Madrisio intatto, alle ore 15 cessano le ostilità.
Paolo Antolini