Schede
Sede dei reggimenti in tempo di pace: 15° - Caserta 16° - Gaeta
Distretti di reclutamento: Alessandria, Ancona, Caserta, Cremona, Cuneo, Firenze, Gaeta, Girgenti, Milano, Perugia, Sacile, Sassari
Anno 1915
Ultimate le operazioni per la mobilitazione generale, la Brigata si trasferisce il 15 giugno a Campoformido, alle dipendenze della 20° divisione (X° Corpo d’Armata). Entrata in linea di combattimento il 25 giugno, I° Battaglia dell’Isonzo, occupa col 16° fanteria la chiusa del canale Dottori presso Sagrado, mentre il 15° procede contro le alture di Polazzo sloggiando il nemico dalle sue posizioni che sistema poi a propria difesa. Nei giorni seguenti la Savona opera attacchi contro le quote 89 e 92 per favorire le truppe che contemporaneamente assalgono il caposaldo austriaco del monte Sei Busi; tutte queste posizioni vengono mantenute malgrado il nemico si accanisca con continui contrattacchi, la Brigata perde circa 2000 uomini solo in questi primi giorni di guerra.
Per affermarsi validamente sul Carso, le nostre truppe debbono riprendere gli attacchi a breve scadenza, il 18 luglio viene lanciata la II° Battaglia dell’Isonzo, la Savona riparte dalle alture di Polazzo per convergere lungo il ciglione carsico contro il Sei Busi.
L’avanzata ha parziale successo e la quota 111 del monte Sei Busi diventa terra di nessuno, battuta da entrambe le artiglierie, la Brigata viene però ritirata dalla linea del fuoco per essere ricostituita coi nuovi complementi.
In ottobre, III° Battaglia dell’Isonzo, riprende gli attacchi contro le difese nemiche alle spalle del sei Busi, penetrando più volte oltre i reticolati senza però potersi affermare sul terreno conquistato.
Il 23 novembre la Savona si riunisce a Villa Vicentina da dove parte per l’Albania, schierandosi a sud est di Durazzo.
In febbraio si hanno i primi scontro a fuoco con le truppe turche, da prima si tratta di pattuglie, poi il nemico attacca con forze preponderanti e la Brigata è costretta a ripiegare verso Durazzo, da questo porto il giorno 26 inizia le operazioni di imbarco per dirigersi su Valona.
Anno 1916
In Albania è ben presto chiaro che il nemico più insidioso si chiama colera o malaria, e gli uomini ne sono colpiti in modo massiccio, tanto da rendere arduo portare avanti azioni con truppe sufficienti; sino a settembre non vi sono episodi notevoli, poi la Savona passa all’azione contro postazioni nemiche nella gola di Levani a destra del fiume Vojussa.
I battaglioni del 16° raggiungono l’obiettivo, non sono però appoggiati ai fianchi dalle altre colonne che hanno incontrato forte resistenza nella loro avanzata e l’azione sfuma.
Anno 1917
Durante tutto l’anno la Savona rimane in Albania alle dipendenze della 38° divisione. I reparti si alternano tra la linea del fuoco e la retrovia mantenendo un atteggiamento difensivo, perché le fila della Brigata sono sempre più assottigliate dalle malattie gastrointestinali.
Anno 1918
I primi sei mesi dell’ultimo anno di guerra trascorrono come i precedenti.
In luglio la Brigata prende parte alle operazioni contro le difese nemiche nel tratto Fieri-Berat; due battaglione del 16° riescono a penetrare nella linea difensiva nemica catturando numerosi prigionieri e facendo grande bottino di guerra. Alla sua sinistra il 15° si apre la strada di forza, passa la Vojussa e occupa la quota 600, il 9 riprende l’avanzata, attacca il colle dello Sfir tenuto da reparti austriaci e lo conquista. Il 22 agosto il nemico tenta di riprendersi il terreno perduto con azioni sostenute dalla artiglieria e numerosi battaglioni di soldati, la resistenza operata dai due reggimenti della Savona permette alle truppe del settore investito dall’attacco di retrocedere con calma verso le linee arretrate, dove la spinta avversaria è definitivamente arrestata.
Fino alla fine della guerra non si hanno altre azioni di rilievo e la Brigata il 4 novembre si ritrova a Valona per rientrare in Italia.
Paolo Antolini