Schede
Nel settembre 1944 la 36a brigata Bianconcini Garibaldi fu divisa in quattro battaglioni, tre dei quali sarebbero dovuti scendere a Faenza (RA), Imola e Bologna e prendere parte a quella che si riteneva l'imminente insurrezione.
Il 1°, al comando d’Edmondo Golinelli "Libero", scese verso la via Emilia tra Bologna e Imola, per tornare in collina, dopo l'arresto dell'avanzata alleata. Si portò a Monte La Fine e l'occupò, consegnandolo agli americani dell'88a divisione il 24 settembre. Per non farsi disarmare, il battaglione chiese di tornare in linea. Gli fu parzialmente concesso di conservare le armi, ma di operare in seconda linea per riparare le strade. Ebbe il riconoscimento di corpo combattente e fu rifornito dagli americani. Quando gli inglesi dell'VIII armata presero il posto degli americani, il 1° battaglione, chiamato Battaglione “Sirio” di Libero, continuò nei compiti soliti, con divise e armi britanniche.
Il 14 dicembre un contingente inglese di stanza a Borgo Tossignano fu catturato dai tedeschi, per cui il comando dell'VIII armata decise di abbandonare la zona. Dopo lunga trattativa il battaglione chiese e ottenne di presidiare Borgo Tossignano, anche se Tossignano, cento metri più in alto, era in mano nemica.
Il 13 gennaio i partigiani occuparono Borgo e convinsero i pochi abitanti che vi si trovavano ad abbandonarlo. Per tutto l'inverno il battaglione tenne la difficile posizione e quasi quotidianamente si scontrò con i tedeschi, i quali invano tentarono di rioccupare la posizione. Nelle ultime settimane del conflitto il battaglione passò alle dipendenze dei reparti italiani Folgore, Nembo e Friuli.
Il 14 aprile prese parte alla battaglia per la liberazione d’Imola e proseguì per Argenta (FE) sino al Po. A San Nicolò (FE) fu smobilitato. [Nazario Sauro Onofri]