Schede
Il grande sarcofago in travertino viene completato nel 1952 dallo scultore Farpi Vignoli e ospita il corpo di Ennio Gnudi, figura di primo piano a Bologna nelle lotte per i diritti dei lavoratori. Vignoli ritrae il defunto disteso sul sarcofago, mentre nei lati lunghi un corteo di lavoratori (ferroviere, fabbro, mondina..) lo accompagna idealmente nell'aldilà. Con questa opera lo scultore sancisce il ritorno sulla scena artistica dopo una pausa creativa coincidente con gli anni della guerra, mostrando appieno le sue qualità tecniche e l'originalità creativa, sempre presente lungo tutto il suo percorso. Recuperando temi classici riesce diversamente a proporci un monumento moderno, di fortissimo impatto emotivo, con un messaggio sociale ancora ben chiaro a oltre cinquanta anni di distanza.
Lungo i lati maggiori del sarcofago sono scolpiti e rappresentati lavoratori appartenenti a vari settori del lavoro, identificabili grazie agli attrezzi che portano alla cintura o nelle tasche dei loro abiti. I loro vestiti non sono ben definiti, ad esclusione di un accessorio indossato dall’unica figura femminile che partecipa al trasporto della salma: sulle spalle presenta un cappello di paglia che la identifica come una mondina. Altri lavoratori sono un contadino (con una falce alla cintura), un'operaio ferroviario (dotato di una lanterna), un fabbro o maniscalco (martello e pinza) ed un operaio (chiave inglese e calibro). A sottolineare gli intenti dell'opera, fortemente voluta dal Sindacato nazionale ferrovieri, è l'epigrafe posta sul lato a sud: A ENNIO GNVDI / I FERROVIERI ITALIANI / CVI FV GVIDA NELLE / LOTTE DEL LAVORO. Pochi anni dopo, nel 1959, Farpi Vignoli esegue a pochi metri di distanza la tomba Frassetto, scolpendo un ulteriore capolavoro, rinnovando nuovamente i temi classici con l'originalità del suo operare.
Roberto Martorelli, Silvia Sebenico