Schede
Il busto è firmato sul retro “FARPI VIGNOLI SCULTORE - PITTORE 1932”. Il promettente e 25enne artista è impegnato nel ritrarre Achille Casanova, professore e amministratore del Collegio artistico Venturoli di Bologna. Realizzato in gesso ed accuratamente patinato, è una delle opere eseguite grazie ai fondi del Premio Angiolini, fase successiva di maturazione artistica che l’Istituto offriva dopo l’alunnato, compiuto dal Nostro tra 1919 e 1927. La presenza nella Galleria del Collegio si deve ad una delibera del 1932 in cui si decide di accettare “l’offerta del Vignoli e di assegnare al medesimo, per il busto dell’attuale Amministratore Prof. Achille Casanova, la somma di L. 1.000”.
Ancora pienamente inserito nella cultura verista di fine Ottocento, l’intenso ritratto viene però realizzato senza badare alla cura del dettaglio, lasciando visibili i colpi di stecca e le impronte delle dita. Vignoli non ci consegna l’effige di un artista di successo, ma di un uomo severo e assorto nei suoi pensieri, non mancando però di umanizzarlo: girando il busto scopriamo il riporto dei capelli e la nuca grassoccia che scavalca il bordo del colletto. Siamo sicuri dell’affetto e della stima che l’allievo aveva verso il maestro, in quanto gli eredi dello scultore conservano un calco autografo del busto, anch’esso patinato, che venne tenuto sempre in vista nello studio. Vignoli in questa scultura è ormai pienamente padrone delle tecniche artistiche e da qui comincia la progressiva sottrazione di dettagli, che lo porterà alla sintesi volumetrica degli anni successivi. Achille Casanova nasce a Minerbio (Bo) nel 1861. Il percorso di istruzione avviene all’interno dell’Accademia di Belle Arti bolognese sotto la guida dell’architetto Tito Azzolini, con cui lavora nell’esecuzione dei fregi della Cassa di Risparmio di Pistoia. La svolta professionale si compie con l’adesione agli ideali artistici dell’Aemilia Ars propugnati da Alfonso Rubbiani e, sotto la direzione di questi, partecipa agli affreschi della cappelle absidali in s. Francesco a Bologna. Il suo ciclo decorativo più noto è quello nella basilica del Santo a Padova, che copre un lungo periodo della sua vita a partire dal 1897. Nel Cimitero della Certosa opera con l’architetto Attilio Muggia e allo scultore Tullo Golfarelli nelle cappelle Gancia (1896) e Cillario: opere d’arte totali in cui il gusto neoquattrocentesco si armonizza con le decorazioni ormai Liberty. Il Collegio Venturoli possiede un’ampia documentazione dell’artista e in deposito si trovano anche sue opere, probabilmente donate o semplicemente lasciate nell’edificio, similmente a quanto avvenuto per Enrico Barberi. Muore a Bologna nel 1948. La presenza nell’Istituto a vario titolo degli artisti Casanova, Barberi, Rubbiani, Serra e Romagnoli, mostra con grande evidenza come il Collegio Venturoli sia un luogo fondamentale per comprendere lo sviluppo dell’Aemilia Ars, unico movimento artistico bolognese riconosciuto nella Biennale di Venezia con una sala dedicata nel 1903.
Roberto Martorelli
Bibliografia di riferimento: C. Bernardini, D. Davanzo Poli, O. Ghetti Baldi (a cura di), Aemilia Ars. Arts & Crafts a Bologna 1898-1903, Milano A+G, 2001; R. Martorelli, Cento anni di scultura bolognese. L’album fotografico Belluzzi e le sculture del Museo civico del Risorgimento, num. monografico de “Bollettino del Museo del Risorgimento”, LIII (2008); L. Samoggia, Il Collegio Venturoli: un valore da scoprire in “Brodo di serpe: miscellanea di cose medicinesi”, Medicina, 2012. Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", a cura di R. Martorelli e L. Samoggia. Medicina, Museo civico, 19 aprile - 14 agiugno 2015