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Il monumento è dedicato a Giovanna Marulli, moglie del nobile bolognese Pietro Conti Castelli. La memoria dipinta viene eseguita a quattro mani, da Lorenzo Pranzini per le parti di figura e da Luigi Bertacchi per gli ornati. Anche in questo caso si dovrebbero ribadire le unicità delle tombe di primo Ottocento della Certosa, ma si vuole però focalizzare l'importanza dell'esecuzione di un monumento funebre dedicato ad una donna. Solitamente questo genere di opere erano (e saranno nuovamente) prerogativa del genere maschile. Solo durante il governo napoleonico verranno eseguiti memorie a donne in quanto tali, non madri, mogli o vedove devote.
L'impianto compositivo e simbolico viene tratto dalla cultura settecentesca e del bolognese Mauro Tesi in particolare. Solo le due pleurant collocate ai lati del sarcofago propongono un'immagine neoclassica nel senso 'canoviano' del termine.
Riportiamo un brano tratto dalle descrizione del monumento inclusa nella Collezione dei Monumenti Sepolcrali del Cimitero di Bologna, edito da Giovanni Zecchi tra il 1825 e il 1827. “Monumento di Giovanna Marulli Conti dipinto da Luigi Bertacchi da Bergamo ornatista, e da Lorenzo Pranzini figurista. La Marulli fu donna nobilissima nata in Barletta sul Napoletano, ammirabile per la squisitezza dell'ingegno, e dei costumi. Fu moglie di Pietro Conti Castelli che la onorò del presente monumento, dolendosi d'averla perduta nel terzo parto in età d'anni 36, e non più. Morì ai 4. di Febbraio del 1804”.
Roberto Martorelli