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Il monumento dipinto del nobile bolognese Camillo Malvezzi, morto nel 1808, fu commissionato da suo figlio Pietro all’ornatista Pietro Fancelli. Fancelli immagina l’interno di una cella sepolcrale a cui si accede da una gradinata che si affaccia direttamente sul chiostro. La parete di fondo è composta da un tessuto di pietre esagonali, che al centro, in alto, presenta un oculo circolare. Nei pennacchi e nella lunetta sovrastante compaiono finti rilievi dipinti con corone d’alloro e trofei di armi, allusivi alla professione militare del defunto, cavaliere di Malta e comandante in capo delle milizie pontificie. L’arco d’accesso e quello che delimita la parete di fondo sono sottolineati su entrambe le pareti da erme maschili e femminili. Al centro della cella si trova un sarcofago strigilato con coperchio timpanato. A sinistra una figura femminile in vesti militari si appoggia con il braccio sinistro al sarcofago mentre tiene nella destra una corona d’alloro; ai suoi piedi poggia il globo, sormontato dalla croce. In basso a destra , in ombra, siede sulla gradinata Felsina, simbolo di Bologna, che porta la destra alla guancia e con la sinistra si appoggia allo scudo decorato con il blasone della città. Ai suoi piedi sono appoggiati una spada, una bandiera e una torcia rovesciata, segno della vita che si spegne.
Antonella Mampieri