Schede
Lo scultore bolognese Carlo Monari, definito «uno dei più valenti scultori della dotta Bologna», è noto soprattutto per i numerosi monumenti funebri – molti dei quali si trovano al cimitero della Certosa – e commemorativi; sue opere furono alle esposizioni di Parigi (1867), Roma (1880), Milano (1881) e Torino (1884). A partire dal 5 aprile 1868 Monari espose nell’atrio al pianterreno dell’Archiginnasio il bozzetto di un monumento raffigurante un leone ruggente e ferito nell’atto di difendere la bandiera nazionale per «eternare la memoria dei moltissimi bolognesi caduti nelle patrie battaglie e nelle lotte politiche che dal principiare del secolo ad oggi travagliarono la risorta nazione» (pochi mesi prima era stata combattuta la battaglia di Mentana, a cui Monari stesso aveva preso parte).
Al giovane scultore fu riconosciuto di avere «stupendamente indovinata la più efficace espressione plastica del nobile concetto della pubblica onoranza ai gloriosi morti che spesero per questa patria italiana la vita». Lo stesso principe Umberto che il 29 aprile visitò la città e la sua antica Biblioteca, ebbe modo di vedere la scultura e di incontrare personalmente l’autore, al quale «diresse cortesi parole di incoraggiamento e di lode». Subito, su impulso dei giornali cittadini di orientamento democratico, si istituì una Commissione che promosse una sottoscrizione al fine di ricavare da quella prima opera un vero e proprio monumento, dando così «a quella maestosa figura le tinte calde e severe del fulvo bronzo spiccanti sulla base del bigio granito». In realtà, nonostante la sottoscrizione privata e un certo impegno verbale da parte del Municipio, si arrivò soltanto, e dopo molto tempo, ad un bozzetto definitivo in gesso, che nel 1883 venne collocato nel cimitero della Certosa. Quando poi, in occasione del 50° anniversario della battaglia, si deliberò di costruire un grande monumento sulla Montagnola, l’opera di Monari fu in un primo momento scelta come modello. La Commissione d’arte incaricata di esaminare il progetto, però, ritenne che «il Leone, così com’è rappresentato, con una ferita al fianco e colla bandiera abbassata, sta a significare una sconfitta; mentre nell’8 agosto 1848, si conseguì dal popolo, una splendida vittoria». Nel 1898 Monari presentò un nuovo bozzetto, ma anche questo progetto «non riuscì generalmente gradito», e pure il Consiglio comunale lo respinse. Nel 1901 venne infine bandito il concorso per la presentazione di un nuovo bozzetto; «degno di essere accettato» risultò però quello del giovane Pasquale Rizzoli.
Otello Sangiorgi