Schede
Il fastoso servizio è composto da 381 maioliche che facevano parte di un trionfale servizio da tavola, in origine composto da 900 pezzi, commissionato negli ultimi anni di vita, verso il 1888, dal duca di Montpensier allora residente a Bologna in palazzo Caprara (attuale sede della Prefettura). Del complesso acquisito dalla Fondazione fanno parte - con le alzate, i piatti piani e fondi, i piatti da dessert, le tazze con piattini da tè, le tazze con piattini da caffè e le salsiere - i pezzi più celebri dell’intero servizio, cioè le fruttiere in forma di trofei, i centritavola e i grandi candelabri a dieci e a diciotto luci, ciascuno dei quali composto da più elementi, cui andò l’ammirazione dei visitatori dell’Esposizione emiliana del 1888 per il virtuosismo tecnico dell’esecuzione e la ricchezza decorativa delle raffinate grottesche. Nel servizio Montpensier ricorrono innumerevoli volte, con i gigli di Francia entro scudetto coronato, le iniziali sovrapposte “AO” a indicare appunto il committente-destinatario, Antonio d’Orléans. Benché il servizio del duca di Montpensier, ripetutamente siglato con le lettere sovrapposte “AM”, sia stato concluso tre anni dopo la scomparsa di Angelo Minghetti, e la sua realizzazione sia pertanto da ricondurre all’attività dei figli, Arturo e in particolare Gennaro (Bologna 1852-1925) che prestissimo affiancò il padre, incisivo e duraturo si dimostra l’insegnamento del fondatore della fabbrica, anche per il continuo utilizzo dei modelli di bottega. Il successo imprenditoriale della manifattura bolognese è testimoniato - oltre che dalle numerose statuette di carattere devozionale - dalla produzione di altri impegnativi servizi da tavola, sebbene di un numero inferiore di pezzi, richiesti da famiglie aristocratiche quali i Pepoli e gli Hercolani a Bologna e gli Albicini a Forlì.
La Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna ha acquisito nel 2016 presso la Fondazione Terruzzi Villa Regina Margherita, dopo la dismissione del Museo allestito nella villa fatta costruire tra il 1914 e il 1916 da Margherita di Savoia a Bordighera. Passato presso la casa d’aste Wannenes di Genova nel 2008, è stato riconosciuto di “eccezionale interesse culturale” con decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e definito “una delle realizzazioni più significative e rilevanti della produzione ceramica italiana del diciannovesimo secolo”. Il provvedimento ministeriale ne ha impedito la frammentazione e la dispersione. La Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna lo ha restituito alla città, esponendolo nel 2017.
In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna