Schede
TRASCRIZIONE
D(is) M(anibus) / AELIA LAELIA CRISPIS / NEC VIR NEC MVLIER NEC ANDROGYNA / NEC PVELLA NEC IVVENIS NEC ANVS / NEC CASTA NEC MERETRIX NEC PVDICA / SED OMNIA / SVBLATA / NEQUE FAME NEQVE FERRO NEQVE VENENO / SED OMNIBVS / NEC COELO NEC AQVIS NEC TERRIS / SED VBIQUE IACET / LVCIVS AGATHO PRISCIVS / NEC MARITVS NEC AMATOR NEC NECESSARIVS / NEQVE MOERENS NEQVE GAVDENS NEQVE FLENS / HANC / NEC MOLEM NEC PYRAMIDEM NEC SEPVLCHRVM / SED OMNIA / SCIT ET NESCIT CVI POSVERIT
TRADUZIONE
Agli Dei Mani. Elia Lelia Crispis, nè uomo né donna nè androgino, nè fanciulla nè giovane, nè vecchia, nè casta nè meretrice nè pudica, ma tutte queste cose, morta nè di fame nè di ferro nè di veleno, ma di tutte queste cose, non giace nè in cielo nè in acqua nè in terra, ma dovunque. Lucio Agatone Priscio, nè marito nè amante nè congiunto, nè mesto nè lieto nè piangente, sa e non sa per chi pose questa che non è nè una mole nè una piramide nè un sepolcro, ma tutte queste cose insieme.
Questa lapide è il rifacimento - eseguito nel secolo XVII ad opera del Senatore Achille Volta, come si legge nella sottostante lapide associata - di un monumento epigrafico del secolo precedente, fatto incidere dall'omonimo antenato del Volta, priore della commenda dei Frati Gaudenti di Casaralta.
Il testo della lapide Aelia Laelia Crispis è esemplare di una cultura ermetica ed emblematica, variamente congiunta alla componente ludica, in voga negli ambienti colti bolognesi del Cinquecento.
La "pietra di Bologna" ebbe in passato uno straordinario successo fra studiosi e viaggiatori italiani e stranieri; vi fu anche chi giunse a dire che essa sarebbe bastata da sola a dare fama alla città. Vari autori si affannarono a dare spiegazioni improbabili dell'enigma, astruse o ingenue, mentre il nome di Aelia trovava posto in dizionari enciclopedici settecenteschi.
Il Romanticismo provocò un nuovo risveglio di interesse per l'iscrizione e la sua entrata nella letteratura europea (Walter Scott, Gérard de Nerval). La pietra scampò fortunosamente ai bombardamenti del 1943, che invece danneggiarono la lapide del senatore Volta, che l'accompagna.
Calcare: cm. 117x163x10.
Iscrizione incisa in scrittura capitale: specchio epigrafico cm. 109,5x155; altezza delle lettere cm. 8, cm. 4,7, cm. 3,2.
Inv. 3361.
La lapide proviene da Casaralta, Commissariato militare, già convento dei Frati Gaudenti. Giunse al Museo Civico nel 1955.